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  • San Marino, registri Aeronautico e Navale sotto attacco interno. L’opposizione mette a rischio milioni di gettito fiscale e il futuro professionale dei giovani sammarinesi … di Enrico Lazzari

    Enrico Lazzari

    Quando una nicchia economica di un Paese viene attaccata dall’interno dello stesso Paese, l’unico effetto che ciò può determinare è il favorire i concorrenti esteri, determinando un danno economico per le casse pubbliche e una conseguente ricaduta negativa sulla qualità della vita di chi vive in quel Paese.

    Una lezione, un princìpio che i sammarinesi, soprattutto quei sammarinesi impegnati nella politica e nell’informazione, avrebbero dovuto imparare dopo -per citare due esempi eclatanti quanto devastanti per la solidità economica di San Marino- il celebre “assedio” della Guardia di Finanza dell’allora Ministro delle Finanze italiane, Vincenzo Visco, e l’inchiesta “Delta”, portata avanti dal Pm forlivese Fabio Di Vizio.

    Nel primo caso gli “ultras” sammarinesi delle Fiamme Gialle italiane -l’allora Alleanza Popolare su tutti, spalleggiata con meno decisione dalla sinistra postcomunista- indebolirono internamente la Repubblica, rafforzando l’attacco italiano ai tre capisaldi economici su cui si reggeva il Titano e attraverso i quali lo Stato garantiva benessere e sicurezza sociale ai cittadini, compromettendo quell’indispensabile potere contrattuale che, altrimenti, avrebbe potuto lenire l’effetto e le tempistiche del superamento di un sistema San Marino comunque da superare.

    Situazione simile nel secondo caso che determinò un danno patrimoniale quantificato da alcuni, oggi, in oltre un miliardo e mezzo per Cassa di Risparmio, la banca -fino a quei giorni- “gioiello” della Repubblica. Un danno poi risanato, ovviamente, con i soldi pubblici, altrettanto ovviamente sottratti a interventi direttamente in favore dei cittadini.

    Oggi ci risiamo? Con fatica e inventiva, dal crollo del sistema incentrato esclusivamente sul segreto bancario, il differenziale fiscale e l’anonimato societario e almeno fino al 2014, il Titano ha saputo individuare e sfruttare alcune nicchie economiche su cui ridefinire l’intera economia interna. Fra queste il Registro Navale e quello Aeronautico 

    E che fa oggi l’opposizione, come faceva in passato? Anziché fare fronte comune in difesa di una realtà importante dall’attacco di un “sindacato” di settore (ITF) che -erroneamente e senza che lo stesso elenco abbia alcuna autorevolezza- inserisce il Titano fra fra gli Stati che rilasciano “flag of convenience”, cavalca l’attacco facendosi complice degli “assedianti” e “minando” dall’interno una di queste nicchie economiche che -nel pieno e attento rispetto di tutti i princìpi e le normative internazionali- hanno dato, stanno dando e daranno risultati sempre più importanti.

    A regolamentare la registrazione internazionale delle navi e degli aeromobili, non è l’ITF, ma la Convenzione delle Nazioni Unite sulle Condizioni di Registrazione delle Navi del 1986, che il Titano rispetta in toto. L’ITF, quindi, “non ha alcun tipo di autorità né svolge funzioni regolamentari nei confronti dei pubblici registri statali o dei loro utenti”, tanto che nel suo elenco di flags of convenience” figurano paesi dell’attentissima Unione Europea come, ad esempio, Germania, Francia, Cipro e Malta… E già questo suona un po’ comico, ma tant’è.

    Del resto, San Marino ha ratificato e rispetta la Convenzione Internazionale sul lavoro Marittimo dell’ILO (MLC2006), tanto che fino ad oggi ha rifiutato l’iscrizione al Registro Navale di ben 6 navi commerciali a causa di contenziosi aperti fra armatore e forza lavoro.

    Eppure, certa stampa e certa politica, cavalcano -per interessi di bottega a discapito di quello nazionale?- l’attacco sferrato dall’estero ai registri navale e aeronautico sammarinese. Così, oggi, per responsabilità di questi, gran parte della popolazione sammarinese si chiede che debba farci San Marino, che non ha un aeroporto, di un registro aeronautico internazionale, e a che serva un registro navale in assenza del mare…

    La risposta? Semplice: sono registri ad uso di chi vuole eludere o evadere le imposte fiscali nel proprio paese di residenza. Una stupidaggine infondata, visto che la fiscalità -ad esempio- di un aeromobile viene applicata sulla base del principio di territorialità di azione, ovvero un aereo registrato a San Marino paga la tassa di registro e il -permettetemi il termine improprio ma chiaro- “bollo” annuale sul Titano (per importi simili a quelli applicati dai Paesi Ue), ma sulla sua attività è soggetto alla fiscalità del paese in cui opera. Capito perchè è una stupidaggine sostenere che i registri sammarinesi favoriscono elusione ed evasione fiscale?

    Eppure, Rete interpella. Peraltro ponendo domande su dati pubblici, consultabili da chiunque visto che “qualsiasi utente ha la possibilità di presentare istanze al già menzionato conservatore per ottenere visure sulla proprietà, l’esercizio, i diritti reali e le relative trascrizioni delle unità registrate, sia da diporto sia commerciali”, ricorda l’Autority in una nota. Ma, Rete interpella e certa stampa “di opposizione” cavalca. 

    Risultato: si mette a rischio un gettito erariale che -sulla base del bilancio 2023, approvato nell’aprile scorso, della relativa Autority sammarinese- si attesta in oltre due milioni e 250mila euro, in consolidato trend di crescita.

    Per non parlare, poi, dell’occupazione, visto che gli addetti -prevalentemente sammarinesi- direttamente impiegati negli uffici dell’Autority e nei servizi direttamente connessi sono oggi circa una quarantina.

    E sono una sessantina le aziende private salite sul Titano -fra cui due compagnie aeree operative nei voli charter- che a loro volta garantiscono occupazione e gettito fiscale importante -si parla di cifre a sei zeri- ogni anno…

    Infine, le prospettive future. Il settore richiede lavoratori con una formazione specifica che attualmente il Titano non è in grado di fornire. Dall’opposizione, anzichè cavalcare pericolose (per l’economia sammarinese e per il benessere dei cittadini) stupidaggini, non sarebbe più serio pressare l’esecutivo, segnatamente Segreteria di Stato alla Cultura e vertici Universitari, affinché il Titano investa in fretta in formazioni specifiche delle figure professionali interne indispensabili per sfruttare appieno le grandi opportunità di sviluppo di una nicchia di mercato importante, sana e seria, che -una volta tanto- non fa del differenziale fiscale, ma della snellezza burocratica e della velocità di esecuzione delle pratiche, il massimo elemento di attrazione verso gli imprenditori internazionali del settore?

    Enrico Lazzari