San Marino. Relazione d’inchiesta BANCA CIS. L’intervento scritto di Matteo Rossi (NPR)

Analizzare, comprendere, censurare, rinforzarci e ripartire. Senza sconti, mediazioni politiche, scivoli, salvacondotti e altri strumenti tanto cari alla vecchia politica. E’ uno sforzo questo che oggi dobbiamo fare tutti, perché’ oggi abbiamo sotto gli occhi e nelle orecchie il lavoro di mesi, una lavoro lodevole, approfondito, lucido che ci consegna elementi, dati, testimonianze, prove documentali che nel paese era in atto un vero e proprio colpo di stato, attuato da una galassia criminale che aveva e ha – come una piovra – allungato i tentacoli sui gangli del paese, sul sistema bancario, su di una parte molto forte del tribunale, sul sistema economico, sulla politica, sulle istituzioni e sui mezzi di informazione. In quest’aula, che è il cuore del nostro paese, le metastasi di questo cancro avevano trovato poltrone e spazi, si erano sedimentate e han fatto sì che il sistema paese, rappresentato dai settori che ho sopra citato, venissero –uno dopo l’altro- invasi e colonizzati. 

Il sistema finanziario, quindi la Champions League, era l’obiettivo principe. Con la scellerata rimozione dell’ispettore capo Caringi nel 2010, si decide di interrompere un percorso di crescita della governance del sistema bancario e finanziario avviato nel 2003 con la nascita della BCSM, che era pronta in quel tempo a firmare l’accordo con Banca d’Italia, accordo che andava nella direzione di integrazione, collaborazione e maggiore trasparenza. accordo che è sempre stato osteggiato da qualche soggetto vigilato, da Grandoni e i suoi. Oggi capiamo il perché. Con un accordo di reciprocità con Banca d’Italia anche certe forzature (necessarie come si è visto alla sopravvivenza di banca partner e poi banca cis), sarebbero risultate più difficili. 

Dopo di che una vera e propria Caporetto si è abbattuta sul nostro sistema finanziario, una governance di banca centrale dopo l’altra dove si annoverano i Reggia, i Clarizia, fino ad arrivare al completamento dell’OPA che i grandoniani hanno lanciato al sistema, scalata partita proprio con quella cacciata del 2010 e che ha portato all’arrivo dell’egiziano, dello sceriffo e della famigerata cricca protagonista indiscussa della relazione qui oggi in esame. In sostanza i delinquenti sono riusciti a spadroneggiare per quasi 10 anni poiché parti deviate dello stato (istituzioni) politica, membri di governo, commissari della “legge”, hanno per un verso chiuso tutti e due gli occhi, per un altro eliminato tutti coloro che provavano a sollevare dubbi, perplessità e far notare le irregolarità. 

Un giochino che ha devastato letteralmente un importante comparto dell’economia sammarinese che generava 50 milioni di gettito (fino al 2010) per l’erario, dava occupazione ad oltre 800 persone ben retribuite, e si è impedito di traghettare il sistema bancario e finanziario dal modello opaco (presente in tanti paesi europei come Lussemburgo, Liechtenstein, Svizzera e Austria solo per citarne alcuni) ad un modello trasparente integrato con l’esterno. Sarebbe stato necessario convertire le banche retail in banche di gestione, e le SG nacquero nel 2006-2007 con questa finalità. Ovviamente risultava più facile rubare soldi ai depositanti o ai fondi pensione, ed infatti si è preferito rubare, perché senza giri di parole è questo ciò che la relazione fa emergere, rubare e scaricare il buco sullo stato con la compiacenza di tutti quei politici che hanno permesso tutto questo, che hanno strizzato troppe volte l’occhio e stretto troppe mani.

Adesso abbiamo una banca centrale che sotto la guida di Catia Tomasetti si sta rilanciando, una banca centrale collaborativa, al servizio del paese e per il paese, con la quale con la quale ce un dialogo istituzionale per il bene del paese. e in questo percorso di “liberazione” non posso non citare il lavoro di due coetanei –senza togliere nulla ad altre persone- come Nicola Cavalli e Martina Mazza, che hanno subito insulti e improperi da parte di Grandoni (celebre l’intercettazione telefonica) ma che non hanno mai piegato la testa ne l’hanno mai nascosta sotto la sabbia. E se il paese intende ripartire, non può prescindere dall’allontanare e perseguire coloro che hanno determinato questo stato di cose, politici e non, che con le loro azioni hanno impoverito l’intera collettività. 

Ma torniamo al lavoro della commissione. il secondo obiettivo di questo gruppo, ma non per ordine di importanza, in realtà non è una vera e propria colonizzazione di un potere dello stato, o per meglio dire non una totale colonizzazione. la definirei più un’affiliazione, non mi viene in mente un altro termine. Avrete senz’altro capito che sto parlando del ruolo del commissario della legge, magistrato inquirente, Alberto Buriani. E qui, cara opposizione, cari membri della commissione affari di giustizia, siete ancora convinti dopo aver letto questa relazione, che il sindacato a questo giudice sia un attentato ai poteri dello stato? una botta allo stato di diritto, un’ingerenza politica all’autonomia della magistratura?

Leggo sul quotidiano ‘L’informazione’ di venerdì 11 settembre:

“Una maggioranza che così ha attuato i disegni di restaurazione dei “mazziniani”, già ben descritti nelle carte del procedimento e che oggi si realizzano a pieno. fatto fuori, quindi, il magistrato inviso a tutte queste persone perché ha fatto il suo dovere. adesso, sulla azione di sindacato dovrà pronunciarsi il collegio garante, che si spera non ceda alle pressioni politicizzanti di una maggioranza che già quando era all’opposizione è stata rimproverata più volte dal collegio garante nella precedente composizione, per un uso politico della giustizia. durante la votazione sulla sospensione di Buriani sono usciti i membri di opposizione, Luca Boschi, Vladimiro Selva e Nicola Renzi.”

Dopo aver letto la relazione della commissione Cis, siete ancora convinti che è questa maggioranza il problema? Il giudice ad orologeria che fermava, indagava, perseguiva, condannava, massacrava le persone che si opponevano al sistema criminale che oggi in esame. E non parlo dei politici, ma dei tecnici di banca centrale, delle tante persone, professionisti, lavoratori, che –senza fare nomi- sono uscite dopo anni processi magari con delle assoluzioni o archiviazioni, ma distrutte professionalmente e umanamente. Un commissario della legge con mandato di uccidere, che stando agli atti della commissione, festeggiava i successi elettorali dei grandoniani nello studio di Grandoni. un commissario che faceva vacanze con Grandoni, Berardi e Stefania Lazzari. La foto è impietosa. Ma dov’è la decenza? Dov’è la dignità di un giudice? Dov’è -povera San Marino- la giustizia? 

Carta canta, questo agiva come un killer, ma quante persone dopo anni sono state assolte, quanti fascicoli sono stati archiviati dopo anni? Ma gli anni di vita tolti alle persone non glieli rende mica nessuno! Vite, famiglie, professioni distrutte. Cara opposizione, avrete ancora il coraggio di contestare il sindacato ad un personaggio del genere?  La gravità di ciò che leggiamo sulla relazione è inaudita, avete capito o no?  Pensate a Di Pietro che va in vacanza con De Benedetti, per fare un esempio, o che prende il largo sulla barca di Agnelli o che passa le estati alla Maddalena con Berlusconi. Agghiacciante quello che ho letto nella relazione!  E questa era la giustizia della galassia grandoniana. Un rapporto strutturato che fino al 2019, ha portato alla rimozione come conseguenza di azioni giudiziarie per mano di questo giudice, di tutti coloro che in banca centrale iniziarono a investigare su banca partner-cis. Viva la libertà.

Ma guardiamo avanti. Canzio è la speranza di tutto il paese! al nuovo dirigente del tribunale abbiamo lasciato le macerie, ma su di una cosa siamo certi tutti: si deve chiudere per sempre con questi personaggi, perseguendo con forza e determinazione in tutte le sedi i protagonisti di questa pagina cupa della nostra democrazia.

Altro settore contaminato è senz’altro l’informazione, che è ed è stata determinante parimente agli altri settori per la conquista e il mantenimento del potere. Giornalisti, giornali e siti che coprivano ad ogni pie sospinto ogni azione di questo gruppo, e ricordo qui ora l’articolo 36 della legge sull’informazione al quale non si è voluto mai dare atto, ovvero il passaggio in cui si impegnavano le testate a rendere note le proprietà e i finanziatori. Anzi, noi eravamo gli imbavagliatori, gli oppressori della libertà di stampa. Ma a quante persone avete fatto del male pubblicando calunnie e giudizi, e mi riferisco a cittadini indagati da quella giustizia descritta poch’anzi, criminalizzati pubblicamente prima della sentenza, e poi assolti? Quanta economia ha fatto perdere al Paese un’immagine del genere, data da quegli organi di informazione il cui unico scopo era quello del proselitismo di una parte politica (repubblica futura) e del gruppo Grandoni?

Ed infine, veniamo a noi. la politica. Perché’ oggi siamo qui a guardarci tutti negli occhi. perché’ qui dentro si è permesso che tutto quello che noi abbiamo letto e del quale stiamo dibattendo accadesse. La politica, anzi una parte di politica dalla quale io mi dissocio invitando tanti colleghi a farlo, ha fatto sì che proliferasse questo sistema criminale. Certo, ci sono stati politici inadeguati, poco strutturati seppur ricoprendo ruoli decisionali importanti. Persone sulla cui buona fede posso anche credere, gente che prendeva la politica come un gioco di ruolo, buoni contro cattivi, penso alla Marina Lazzarini che si è fidata dei suoi, tanto da dichiarare quello che si legge nella relazione. Quindi capisco il limite della politica di non essere all’altezza di questi ruoli, ma gli errori ci sono stati, e li stiamo pagando a suon di milioni di euro. Poi ci sono politici di esperienza, ci sono i Morganti, i Renzi, i Giorgetti che con le loro posizioni, il loro carisma politico e le loro scelte hanno inciso in maniera decisiva nel sostegno di Garais e di tutta la banda fino a che sono emersi elementi inoppugnabili, anzi più precisamente una foto. La foto del dito medio di Savorelli, senza la quale il Governo di Adesso.sm chissà per quanto tempo ancora avrebbe sostenuto questa gente. Poi c’è Celli, il politico che più di tutti ha responsabilità, ministro per le Finanze ridotto a burattino di questi mangiafuoco. Ma il CCR dov’era mentre questi si prendevano il Paese? Renzi con la sua eloquenza e la sua cultura, Zafferani, uomo di tecnologia, uomo social, bastava cercare su Google, e Zanotti anche lei era in quel CCR. Infine ci sono politici in malafede, e quelli ci sono costati ancora più caro dei primi. Quelli che ci hanno guadagnato, o che hanno provato a farlo. Quelli che facevano cadere i governi o minacciavano la caduta se prima non venivano gli interessi di Grandoni. Quei politici lì ci sono costati la perdita di credibilità di tutta la classe politica agli occhi dei cittadini e del mondo. Consiglieri e congressisti funzionali al disegno, dipendenti pubblici, dirigenti pubblici che complottavano tra fidi bancari chilometrici, quote in società e posti al sole. 

Il lavoro della relazione però ci dà l’opportunità di ripartire, va dato atto a chi ha interrotto nella scorsa legislatura tutto questo. E parlo dei consiglieri di Civico Dieci –soprattutto- e pochi altri che hanno staccato la spina. A voi il merito sportivo di aver fermato tutto prima che fosse troppo tardi.

Per il resto io chiedo All’aula di censurare con forza tutti quei politici che negli anni hanno recitato un ruolo qualsiasi nel teatrino grandoniano. Una forte censura che al termine del dibattito dovrà echeggiare e rimanere agli atti di questo Parlamento per evitare che questo malcostume si riproponga, consapevoli che la situazione economica è veramente difficile, e che è proprio in momenti come questi che fantomatici personaggi bussano alla porta di una politica debole, a terra e senza idee, pronti a comprarla e a comprarci tutti per un piatto di lenticchie.