San Marino. Relazione giustizia: un giudice è nel mirino?

L’ex segretario Celli, uomo per tutte le stagioni che rumors insistenti dicevano fino a pochi giorni fa fosse in procinto di assumere la presidenza di Aass (ma abbiamo visto che qui a San Marino anche i sempreverdi fanno una brutta fine), prima di dimettersi pronunciò un lungo discorso con un feroce attacco al Tribunale. In particolare nel mirino c’era un magistrato che egli definì “elevato al grado di eroe” e che a suo dire aveva un bel po’ di lavoro arretrato da smaltire (sarà stato anche al corrente di quanti fascicoli gli sono stati assegnati?). Da quel discorso così devastante per la credibilità dell’intero sistema ufficialmente non ha mai preso le distanze nessuno. E’ stato infatti solo l’inizio per continuare a battere il chiodo, a dimissioni avvenute, sulla questione degli arretrati. I fari sono così stati puntati su un giudice in particolare le cui ordinanze definite ‘a orologeria’ danno evidentemente fastidio a qualcuno. Non fosse stato così si sarebbero fatte riflessioni molto più profonde sul loro contenuto che ha squarciato il velo su scenari inquietanti che ancora si fa purtroppo finta di non vedere. Anche la relazione annuale sullo stato della giustizia per l’anno 2017 firmata dal compianto magistrato dirigente Ferroni (di cui si discuterà durante la sessione consiliare che partirà domani) mette al centro il problema dei fascicoli arretrati che egli fa risalire a molto tempo addietro, si parla di 10-15 anni. Il problema però non sarebbe da attribuire a questo o quel magistrato lavativo perché tutti i magistrati vengono giudicati nella relazione all’altezza di svolgere il proprio lavoro, né le ragioni degli arretrati andrebbero ricondotte ad un numero non adeguato di magistrati: “Vi sono, infatti, n. 5 Giudici Superiori; n. 4 Giudici d’Appello (ancorché va segnalato che uno di questi è a tempo determinato ed il prossimo anno cesserà dall’incarico); n. l0 Commissari della Legge e n. 6 Uditori Giudiziari. Dunque non è nell’esiguità del numero dei Giudici che può essere ricercata la causa delle disfunzioni. Non c’è poi alcun magistrato non efficiente o peggio ancora lavativo”. “Il rimedio al formarsi dell’arretrato– continua il prof. Ferroni – potrebbe essere quello di assicurare nel tempo la stabilità delle attribuzioni, sia con riguardo al settore disciplinare di afferenza, sia con riguardo alle tematiche, ed alle fattispecie di reato”. Un magistrato che temesse di non poter portare a termine la propria indagine potrebbe lavorare in maniera non proficua per mancanza di serenità. Il compianto magistrato dirigente accenna poi alla distribuzione non equa dei carichi di lavoro che la tabella riportata all’inizio della relazione mette in luce in maniera evidente. Era stato l’allora magistrato dirigente del Tribunale Valeria Pierfelici a scrivere nella sua relazione “Credo si debbano innanzitutto censurare le valutazioni condotte esclusivamente sulla base di dati numerici relativi alle sentenze emesse. Tale tipo di valutazione può condurre ad acquisire convinzioni e determinazioni sul Magistrato oggetto di valutazione del tutto destituite di fondamento. Oltre al mero numero dei provvedimenti, infatti, di questi si dovrebbe valutare l’eventuale complessità, nonché la qualità e l’approfondimento scientifico dagli stessi emergente, ovvero per contro la loro natura rutinaria, la loro similitudine o identità, quanto a questioni affrontate, rispetto ad altri procedimenti, ecc.”.

Repubblica Sm