Mentre qualcuno che ha speso soldi dei contribuenti per trascorrere qualche giorno in più in Consiglio Grande e Generale a dar lezioni di rispetto e responsabilità, oggi ha la bava alla bocca, noi siamo stanchi. Stanchi di ripetere ai cittadini quello che hanno capito da tempo. Poi però riandiamo con la mente a ciò che scriveva Brecht in ‘Vita di Galileo’ e torniamo a sentirci in dovere di ribadire la verità, quella “verità che riesce ad imporsi solo nella misura in cui noi la imponiamo”. E torniamo ad indignarci per tutto quanto è stato fatto, per le ferite inferte al Paese, per i disastri che sono stati compiuti. Sempre Brecht scrive: “Per tutti i diavoli, vedo bene che sono ricchi di divina pazienza, ma la loro divina furia, dov’è”? Stiamo ripubblicando le carte del cosiddetto caso titoli che mostrano con chiarezza quel che è accaduto in questi anni.
Ovvio che bisogna andare cauti anche se la rabbia monta perché i ‘soprusi’ non sono mai cauti né lievi. Lo ha ricordato parlando durante la conferenza stampa di venerdì scorso l’esponente di Rete Emanuele Santi:
“E’ particolare – ha detto – che quando qualcuno attacca Cis, Grandoni, Confuorti, sia Rf che il giornale cui fa riferimento, in sincronia perfetta, attaccano questi soggetti. Riteniamo ci sia un asse Rf Grandoni anche perché il passato lo dimostra, chi tocca i fili di Cis fa una brutta fine, è stata la sorte che è toccata agli ispettori defenestrati di Bcsm e di chiunque abbia toccato Confuorti, Guidi, Grandoni. I cittadini per come la vedo io questo lo hanno capito”. Dello stesso avviso Andrea Giani che ha sottolineato: “Il fatto che Rete rappresenti un pericolo è diventato un mantra guarda caso da quando si sono approvate rispettivamente la legge sulla commissione di inchiesta e la cosiddetta salvabanche. Rete è l’unico soggetto che questo Paese l’ha difeso, denunciando quello che stava succedendo. Ricordo il bilancio di Carisp e le manleve a chi poi è scappato a gambe levate. Rete denuncia il malaffare, di conseguenza Rete prende le denunce. Chi dice che Rete è comandata da Gatti? Lo dice Rf che è composta da Ap e da Upr, partito decimato dalle ordinanze del tribunale. Due partiti impresentabili che si sono fusi per far perdere le loro tracce. Rf ha votato contro la commissione di inchiesta, Rf diceva che Cis andava venduta. Ciò deve far riflettere”. Per tutti questi motivi non è possibile archiviare le responsabilità di chi ci ha portato fin qui. Lo ha ribadito con forza Elena Tonnini: “Mentre il nostro Paese era infiltrato il governo di Adesso sm a guida Ap è intervenuto a piedi pari sul Tribunale in una fase dove San Marino avrebbe avuto gli anticorpi, il Tribunale invece è stato messo nelle condizioni di non lavorare, è venuta a mancare la percezione dello stato di diritto. Ma Rete non arretra di un centimetro. Abbiamo condotto una opposizione puntuale, argomentata, costruttiva, cercando di limitare i danni e difendendo la nostra Repubblica dai tentativi di colonizzazione, ora è giunto il momento di liberarla definitivamente da coloro che hanno interesse a riportare il Paese al passato. Non siamo fuori pericolo, i cittadini dovranno scegliere, chi propone soluzioni miracolose sono gli stessi che hanno provocato enorme indebitamento a guida di poteri esterni, oggi c’è chi propone di uscire da questo indebitamento attraverso una nuova fase di avventurismo finanziario andando a sfruttare i canali diplomatici di nomina politica alla ricerca di capitali di cui non ci si chiede la provenienza, rapporti extra Schengen, collegamenti affaristici tra studi commerciali e pseudo diplomatici e vari intrallazzatori hanno già fatto molto male al Paese…non vogliamo altri bancali di soldi iraniani, o altri Ali Turki Questa sarebbe restaurazione. Rete è contraria a qualsiasi equivoca ricerca di finanziamenti da parte di faccendieri internazionali perché le nostre questioni finanziarie devono essere trattate con gli stati amici, ci vuole un progetto di Stato che coinvolga tutti il Paese, progetto che operi nella legalità e nella trasparenza. Dobbiamo impedire una nuova fase di avventurismo finanziario e promuovere la nostra identità statuale”.
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