San Marino. Rf su report del Fondo Monetario

Leggendo le conclusioni preliminari del Fondo Monetario Internazionale dopo la visita a San Marino, vi sono elementi positivi sullo stato della nostra economia. Il turismo torna a livelli pre-pandemici, seguendo un trend consolidato a livello mondiale. Un’ottima notizia sulla quale però, nel medio-lungo termine, pesano alcune incognite. Prime fra tutte le infrastrutture. Mentre si continua a discutere del trenino e delle sue fermate, mancano le infrastrutture di base per il turismo. Mancano le piste ciclabili, un collegamento rapido con la riviera, la telefonia mobile è ferma al 3G, hotel e ristoranti chiudono e latitano nuove iniziative imprenditoriali. Inoltre, manca un’offerta caratteristica per il sistema San Marino. Siamo di tutto un po’, una macedonia in cui Al Bano, il turismo culturale e lo shopping si mescolano senza avere una precisa caratterizzazione, nonostante il grande impegno di molti imprenditori del settore, e senza che il governo ed il povero Segretario di Stato per il Turismo, lasciato in perfetta solitudine, esprimano un’idea, una proposta. Anzi, l’unica cosa che Pedini ha fatto nei giorni scorsi è stata quella di scagliarsi contro l’associazione di categoria con la quale dovrebbe confrontarsi, poi di volare in Arabia a firmare un fantomatico memorandum di cui nessuno sa nulla, pare neppure la sua maggioranza ed il governo. Sembra decollare il progetto NPL con il bollino qualità del noto brand JP Morgan, condito con qualche specialista italiano e sotto la sapiente guida della più importante law firm sammarinese di stanza al WTC. Un’idea importante che comporta opportunità e rischi per il Paese e sulla quale servirebbe certamente maggiore trasparenza. Meno bene – a detta del FMI – la legge sulle risoluzioni bancarie. Fatto un gigantesco pastrocchio con Banca CIS in cui i prossimi decenni diranno se una gestione in cui tanti hanno armeggiato (e guadagnato?) – consulenti, advisor, commissari – presenterà come sempre il conto da pagare a Pantalone e con i correntisti ex CIS presi in giro con obbligazioni a scadenza ritardata date loro al posto del denaro. Ci sono poi le riforme, come quella fiscale e l’IVA che sono sempre lì, in rampa di lancio, ma che per ora non andranno in onda. Repubblica Futura vuole cogliere i segnali incoraggianti nella relazione del Fondo: resilienza dell’economia, capacità di avere un andamento più positivo rispetto ai fattori esogeni circostanti nonostante l’azione del Governo che, coi suoi interventi (in particolare quelli sugli amministratori operativi/dipendenti e sulla solidarietà familiare) ha complicato la vita alle società e alle imprese in generale, e nonostante l’assenza di qualunque intervento a supporto degli investimenti (che infatti si sono fermati e non sono ripartiti dopo la pandemia). Rileviamo inoltre che al quarto anno di legislatura mancano tanti elementi sostanziali e quelle riforme che il FMI non manca mai di segnalare come fattore negativo. Senza contare i rischi di una probabile recessione che incombe sull’Europa e l’inflazione galoppante che tanto incide sul potere d’acquisto delle famiglie. Anche la riforma di BCSM, chiesta più volte dal FMI, non è mai partita, anzi, la governance di BCSM, guidata dalla presidente Whatsapp, agisce da mesi mutilata da due dimissioni mai sostituite. Da registrare anche, a proposito di banche, il silenzio sul dossier Asset Banca. Da quanto si apprende dal portavoce (di Mercatino Conca) della presidente Whatsapp, sarebbe in atto un ping pong fra ex azionisti e governance di BCSM con il governo grande assente. Sarebbe utile capire se nel 2019 qualcuno ha fatto delle promesse elettorali quando si costituì il grande fronte politico-economico-“giustiziario” da cui sono scaturiti il governo e la maggioranza attuali. Nei corridoi di certi palazzi si parla di decine di milioni come noccioline in favore, magari, di chi ha girato per mesi come latitante a San Marino perché condannato in via definitiva in Italia. E’ normale? Per niente, visto anche che uno degli anfitrioni politici a cui fa riferimento questo gruppo è un consigliere debitore bancario che non ha aderito nemmeno al codice etico del Consiglio Grande e Generale. Il FMI ha visto e si è pronunciato su questo dossier? Gli NPL delle banche saranno gestiti dalle stesse persone che li hanno generati (come suggerisce il ritorno dell’ex capo di Carisp)? Piccoli quesiti che non offuscano il giudizio del FMI a cui RF si approccia con spirito costruttivo. Ma se si intendono chiudere tutti i dossier ancora aperti servono trasparenza, interlocutori seri e sapere se ci sono dei conti elettorali da saldare da parte di qualcuno. Le promesse vanno mantenute, peccato però che alla fine rischiamo di pagarle tutti come cittadini.

Repubblica Futura membro dell’Associazione dei Liberali e Democratici Europei