La Legge di Bilancio incombe. Uno spartiacque che probabilmente dirà parecchio sulle future alleanze e sulle possibili convergenze dei partiti. Di questo e della situazione politica attuale abbiamo parlato con il Presidente di Libera, Dalibor Riccardi.
Riccardi, siete particolarmente critici ultimamente. Volete passare per il partito del “no”?
“Non è assolutamente così. Semplicemente siamo all’opposizione e non abbiamo mai accettato inciuci, fra l’altro la medaglia di essere il partito del no, ha sempre riguardato più altri, i quali abbiamo visto come abbiano mutato nel tempo, diventando quelli del forse e anche del sì. Noi non vogliamo abdicare al nostro ruolo, che è quello di essere severi nel verificare la gestione del Governo, non lesinando critiche se necessario, ma soprattutto, essere propositivi. La nostra posizione è molto chiara, normale che se una maggioranza ed un Governo, soprattutto nelle condizioni attuali, si arroga il diritto di procedere a testa bassa, Libera è costretta a portare avanti le proprie battaglie legate soprattutto al caro vita, tema che si lega strettamente al caro affitti, argomenti di cui si fa carico il nostro partito, ma che interessano principalmente i cittadini, temi su cui stiamo elaborando e finalizzando proposte concrete, nelle quali crediamo, vedremo, se governo e maggioranza saranno disponibili al confronto”.
Una convergenza su questi temi, finanziaria, casa e giovani, potrebbe rappresentare un punto di partenza per un confronto sui programmi, in vista delle prossime elezioni?
“Sappiamo che il 2024 sarà l’anno in cui si celebreranno le elezioni, ma onestamente in questo momento rimaniamo molto focalizzati sulle cose da fare. Lo dimostriamo con responsabilità, garantendo quasi costantemente il numero legale in aula, ma è chiaro che se sui temi da lei citati, non ci saranno importanti convergenze, noi trarremo le dovute conseguenze. La nostra pazienza non è infinita, non possiamo più non affrontare i temi legati alla casa, ed ai giovani, come anche quello del caro vita, è assurdo che una classe dirigente non affronti questi temi, facendo finta che non si conoscano i dati, sempre più crescenti di propri cittadini che si rivolgono ai centri di accoglienza della Caritas, oppure di quanti nostri concittadini lamentino, le enormi difficoltà nel reperire alloggi decenti ed idonei alle proprie capacità finanziarie. Per rispondere in maniera più puntuale alla sua domanda, io sento sempre e solo parlare di alleanze e poltrone, ma mai di programmi. Parlare di programmi significa dire che cosa si vuole fare concretamente per risolvere alcune situazioni. Noi lo facciamo, altri al momento evidentemente mettono nella propria agenda politica altre priorità”.
Mi scusi se insisto, tuttavia vorrei capire che cosa accadrà sul piano politico se non si dovesse trovare la quadra sulla prossima finanziaria.
“Guardi, non è nel mio stile fare minacce o mandare messaggi dai giornali. La questione è di una linearità estrema. Come lo ho appena detto la maggioranza di fatto non c’è più, ne nei numeri ne nelle idee. Appare evidente che se il governo vuole fare quello che gli pare, non lo può certamente fare utilizzando i numeri che gli garantiscono i nostri Consiglieri. Siamo arrivati ad un punto di svolta, che come giustamente sottolinea lei, è rappresentato dalla Legge di Bilancio, se sarà possibile fare un percorso comune bene, a trarne giovamento sarà il Paese, in caso contrario, noi porteremo, comunque avanti le nostre istanze, e parleranno i numeri”.
Siete dunque pronti a bloccare il Paese?
“Non capisco la provocazione. Lo ribadisco: noi siamo all’opposizione, la responsabilità di mandare avanti i lavori, di fare le cose, di rispondere alle tante richieste inevase che arrivano dai sammarinesi è in capo al governo e alla maggioranza. Se il Paese dovesse bloccarsi perché non ci sono i numeri, la responsabilità non sarebbe certo nostra. Mi pare un concetto chiaro e coerente”.
Rispetto a qualche mese fa però, finalmente in Consiglio si stanno portando provvedimenti di peso, vedi per esempio quello sugli Npl. Mi pare che la maggioranza alcune risposte stia cercando di darle. Sbaglio?
“Non me ne voglia, ma anche in questo caso non la seguo. Io faccio veramente fatica a vedere qualcosa di propositivo e realmente utile. A parte naturalmente le immancabili consulenze o i decreti fatti apposta per gli amici degli amici. L’impressione è quella di una barca alla deriva: ormai la maggioranza si fa trasportate dalle onde e l’obiettivo è quello di allungare l’agonia e cercare di recuperare qualche voto con interventi spot e mirati. Quando invece abbiamo bisogno di una scossa e misure urgenti e profonde. Le chiedo di fare questa domanda a tutti i cittadini che giornalmente ci sottopongono determinate criticità, oppure ancora meglio ai sindacati, anche perché mi aspetto una chiusura di legislatura con l’ennesimo sciopero generale”.
Insisto. Non crede che qualsiasi progetto che presenti l’esecutivo venga quasi sempre cassato a priori e solo per partito preso?
“Sinceramente questa affermazione non rappresenta assolutamente né la mia persona, né tantomeno il partito che rappresento: lo abbiamo dimostrato con i fatti, che il negazionismo a priori non faccia parte della nostra natura. Se il riferimento della sua domanda è legato ai comitati civici che si sono costituiti ed alle battaglie che stanno portando avanti, le posso dire che l’errore di questa maggioranza e di questo esecutivo è sicuramente evidente: nessun confronto, nessuna condivisione, nessuna trasparenza, anzi solo tanta arroganza. Vorrei citare l’episodio delle ruspe in piena notte a Toraccia, una totale mancanza di rispetto verso gli abitanti della zona, direi ai limiti della provocazione, di certo non il nostro modo di intendere la politica. I provvedimenti non devono essere imposti, ma discussi. Una visione ed una programmazione che evidentemente al momento non fa parte dei ragionamenti principali di questa maggioranza e di questo esecutivo”.
David Oddone
(La Serenissima)