San Marino. In risposta alle farneticanti accuse di Luca ZZ Zonzini (quello che usufrui dei soldi del consigliere Luca Lazzari per fare il sito www.super.sm) … di Marco Severini

Di certo non perderò tempo e parole rispondendo in questo articolo al pluriquerelato, e spero presto pluricondannato, Agostino Corbelli e a coloro che mi hanno palesemente diffamato dopo la pubblicazione dell’articolo di Zonzini. Ci penserà la magistratura e spero lo faccia velocemente dato presenterò diverse querele già dal prossimo lunedì.

Luca ZZ Zonzini, nella foto, i lettori ricorderanno è quello che usufruì dei soldi, dei contribuenti, dall’ ex consigliere di Sinistra Unita, prima, e poi di Md-Si, stesso gruppo politico di Corbelli, Luca Lazzari. Tribuna scrisse in merito a questo argomento: ‘‘Luca Lazzari ha invece presentato un prospetto – Bilancio – con indicate nel  dettaglio tutte le spese sostenute. In particolare nel 2014 ha speso 285 euro di telefono registrando un avanzo di 9.100 euro mentre nella prima parte del 2015 ha acquistato un computer portatile da 900 euro e speso 4.500 euro per la “progettazione e la realizzazione – si legge nel documento – di un portale di informazione politica (www.super.sm)”.

E’ poi lo stesso sito Super.sm che in una nota lo dice : ‘Risulta però corretto che fra il 2013 e il 2014, Luca Zonzini insieme a Luca Lazzari ed altri ancora, avevano sviluppato un progetto”. Super.sm dice che si tratta anche di un periodo antecedente la costituzione dell’associazione ma non dice però che i soldi sono stati impiegati nel 2015 …

Ora ci sta tutto ma che un grafico, o meglio un Graphic Designer, dopo che ha usufruito dei soldi dei contribuenti – dati da un consigliere di estrema sinistra – per fare un sito di ”informazione politica” denominato ”super.sm”, mi venga a criticare per aver contestato la verità a Maria Giovanni Zonzini, e cioè di aver fatto un’inchiesta che potrebbe avere come beneficiaria sua mamma, è il colmo e non è accettabile.

Non accetto le critiche da chi ha usufruito dei soldi della politica, soldi di tutti i sammarinesi, per fare un sito di informazione politica. Io non ne ho mai presi e per me è un vanto!

Peggio ancora che, esclusivamente per finalità politiche, gli si dia credito … anche se a ben guardare sono sempre gli stessi e sempre di quella specifica parte politica.

Ma Luca Zonzini, neo difensore d’ufficio nonchè Grafhic designer, oltre a scrivere nel suo articolo in maniera astiosa e diffamatoria cose che non c’entrano con questo argomento non ci dice, e fa bene perchè è in torto marcio, cosa realmente ho scritto nei miei articoli o nei miei post. Allora, per amore di verità, vediamo in che termini ho criticato l’articolo di Giovanni Zonzini. Ecco cosa ho scritto nel mio articolo ed in diversi post:

San Marino. Scrive un articolo sul lavoro nero delle badanti, e si scopre (lui non lo dice) che la mamma è una OSS cioè una badante anche lei. Lo ha fatto per agevolarla?

San Marino. Questione lavoro nero badandi. Ecco la prova scoperto l’arcano! Tutto è stato costruito ad arte! Il comunicato stampa della Falconi è stato inviata dalla mail della Bartolini, madre di Zonzini che ha fatto l’articolo

E nei vari post:

‘E’ altamento scorretto! Un giornalista non può parlare della sua famiglia. Si chiama coinvolgimento personale, ed un poliziotto ad esempio non può indagare su un suo famigliare. E’ alla base. Ha invalidato tutta l’inchiesta perchè ha scritto di un famigliare. sono le regole di base. E’ come un medico che non può fare le ricette per se stesso. Poi se è di Rete e va bene allora tutto può essere giustificato. Doveva stare zitto appena scoperto, invece.

Ho già scritto tutto nel mio articolo. Anche io sono contrarissimo al lavoro nero, come sono contrario ad usare la stampa per fini personali. Poi alla fine si scopre tutto. Addirittura c’è una mail della collega della mamma di Zonzini dove invia ad alcune testate un comunicato stampa con la mail della Bartolini. E’ tutto costruito. Avrebbe fatto meglio inviare un comunicato, magari congiunto con la collega, a tutti i media che non usare suo figlio. Ripeto azione condivisa metodo proprio no. In Italia nessun media lo avrebbe ripreso sapendo la verità che non è stata detta e cioè che chi ne beneficiava della sua inchiesta era direttamente sua mamma”.

In tutte le professioni ci sono delle regole da rispettare e che viaggiano su più livelli. Ci sono le leggi, poi c’è l’etica e la deontologia e alla fine c’è il buon senso. In tutti e tre gli ambiti, cioè buon senso, etica e anche nella norma, se c’è un coinvolgimento diretto vale il principio di astenersi oppure di segnalarlo subito, cosa che Giovanni Zonzini non ha fatto e invece è stato scoperto dal sottoscritto. 

A parte ovvie incompatibilità, c’è il rischio infatti che si infici – se non peggio – l’intero lavoro, fino a rischiare di invalidarlo o renderlo inutile. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: da un giudice che non può indagare su dei propri familiari, o addirittura su fatti su cui si era già espresso, da un politico che non può votare su argomenti che lo riguardano o riguardano sui familiari diretti, ecc… Alcune cariche sono addirittura incompatibili per legge o per regolamenti, e questo vale sia in ambiti delicati quanto in ambiti meno “sensibili” come associazioni, ecc… Anche un donatore di sangue non dona per un proprio familiare, o almeno non dovrebbe.

E questo anche se è la persona più onesta e corretta del mondo, perché il coinvolgimento personale può portare più facilmente a commettere sbagli anche se in buona fede. Questo modo di agire è tanto palese nella sua formulazione e comprensione che lo capiscono tutti, persino i bambini. Eppure ogni tanto sembra che ce lo si dimentichi o che qualcuno o qualche struttura siano autorizzati a ignorare tali principi.

Il caso della “fantomatica” inchiesta di Super.sm sulle presunte badanti irregolari nelle corsie dell’ospedale di San Marino, non rispetta l’abc delle regole con cui ci si dovrebbe approcciare a una inchiesta, eppure la si difende nel contenuto, sorvolando sulla forma. È vero, nella società di oggi sembra che il contenuto sia di gran lunga più importante di qualsiasi forma, poi si scopre però amaramente che in una società che si voglia dire civile, la forma è anche sostanza.

Perché se non si rispettano le regole che ci si dà per far parte della società, lo stesso vivere civile viene meno. C’erano davvero tanti modi per portare a conoscenza dell’opinione pubblica una questione che l’opinione pubblica tra l’altro conosce già perché negli ultimi anni, molti media sammarinesi se ne sono occupati e non è una scoperta di Giovanni Zonzini o di Super.sm.

Ecco due articoli del 2015 dove si parlava, in maniera approfondita, di questo problema.

San Marino. Problema nero delle Badanti. Segretario Belluzzi: ”Assieme al collega Mussoni stiamo lavorando da tempo al decreto delegato che chiarisca questo aspetto” …. di Franco Cavalli

San Marino. Problema badanti in ospedale. Le loro retribuzioni sono in nero? … di Franco Cavalli

Eppure si è scelto di utilizzare il metodo sbagliato. Correre ai ripari ora è un po’ difficile. Adesso tra l’altro, anche i colleghi dell’autore si sperticano in difese, che guarda caso, però, tali difese hanno un nome: “difese d’ufficio”. Potranno anche essere le più sincere del mondo, ma qualcuno si azzarderebbe a chiamarle in altro modo? E ovviamente la domanda è retorica ed è rivolta a chi non fa parte di quello stesso ambiente…

Tra l’altro è tanto palese la difficoltà nel cercare di raddrizzare una situazione che andrebbe invece archiviata al più presto che lo stesso amico/collega nella sua “difesa d’ufficio”, ha concluso l’articolo specificando che anche se il cognome è lo stesso non c’è parentela tra i due. Chissà perché se ne sentiva il bisogno quando prima si è specificato che non è importante la parentela? (anche questa è una domanda retorica).

Predicare bene e razzolare male purtroppo è cosa assai frequente e per questo che ci si dà regole di buon senso e deontologiche e tali regole non sono un’opinione e non si possono utilizzare solo a singhiozzo, invocarle negli altri e non applicarle per se stessi. È tanto difficile da capirlo? (anche questa è una domanda retorica) … o si fa finta di non capirlo.

Marco Severini – Direttore del Giornalesm.com