I fari continuano a essere puntati sulla giustizia e sulle sue criticità. A dar conto di queste ultime sono appunto le tre relazioni sullo stato della giustizia due delle quali, quelle relative al 2015 e al 2016 portano la firma dell’allora magistrato dirigente Valeria Pierfelici, mentre quella del 2017 è stata redatta dal compianto magistrato dirigente Lanfranco Ferroni. I documenti verranno esaminati dal Consiglio Grande e Generale nella seduta consiliare che partirà oggi alle 13,30 per concludersi il prossimo 20 marzo. Leggendo le due relazioni redatte dalla prof.ssa Pierfelici emerge come la stessa non fosse pienamente soddisfatta del lavoro portato avanti dal Tribunale. In entrambe le relazioni si leggono giudizi piuttosto severi rivolti non al singolo magistrato ma piuttosto a tutti i giudici. “L’esame comparativo delle tabelle relative al lavoro giudiziario complessivamente assegnato e svolto dai singoli Giudici nel tempo, conferma anche
quest’anno una complessiva riduzione della produttività individuale, che emerge in maniera non equivoca considerando il contributo degli Uditori alla gestione dell’istruttoria e per la predisposizione delle relazioni propedeutiche alla redazione della sentenza”. E poi ancora nella relazione successiva: “E’, pertanto, evidente che continua a rimanere inascoltato il richiamo, contenuto nelle Relazioni del 2014 e 2015, ad un maggiore impegno e responsabilità dovendosi tenere in considerazione anche il fatto che i ritardi producono ricadute negative sul sistema economico”. Parole che fanno trapelare preoccupazione per l’intero sistema e che certamente miravano ad alzare l’asticella anziché abbassarla. L’allora magistrato dirigente in seguito e pur in assenza di una normativa è stato cacciato via a causa dei contenuti di riferimenti fatti in seno alla commissione giustizia. Ciò che ella disse riguardava infatti alcuni giudici ai quali è poi stata data la possibilità all’’interno del consiglio giudiziario plenario di scegliere se revocare o meno l’incarico di guidare il Tribunale a chi aveva mosso determinate accuse. E qui più volte il consigliere del Pdcs Pasquale Valentini è intervenuto per spiegare come la situazione sia stata gestita nel modo più paradossale dando la possibilità a chi fino a un determinato momento era stato sottoposto al giudizio di un superiore di decidere a sua volta proprio il destino di quel superiore. Le parole riportate anche all’interno delle due relazioni sulla giustizia afferenti al 2015 e al 2016 danno la misura di ciò che è accaduto. Le stesse criticità sono sottolineate nella relazione firmata dal prof. Ferroni sebbene egli ne ricerchi le motivazioni in una non corretta distribuzione dei carichi di lavoro e dunque sottolineando come a suo avviso non ci sarebbero all’interno del nostro Tribunale giudici lavativi. Il timore è ora quello che queste relazioni così come i verbali della commissione giustizia che avrebbero dovuto rimanere segreti vengano presi a pretesto per mettere in cattiva luce questo o quel magistrato o peggio ancora per rallentare e mettere definitivamente i bastoni tra le ruote a certi procedimenti.
Repubblica Sm