A partire dal 2013 – con lo scandalo Wikileaks – la comunità internazionale è venuta a conoscenza di un’ingerenza da parte del governo americano nei confronti dei cittadini Europei per quanto riguarda il trattamento dei dati e, quindi, della privacy.
L’imperizia del governo americano di coniugare da una parte l’interesse del governo nel raccogliere informazioni sensibili contro la guerra al terrorismo e dall’altra garantire almeno i minimi standard di privacy, rappresentano per una piccola Repubblica come la nostra una grande opportunità.
Perché un’opportunità? Perché alla luce di questo incidente internazionale l’Unione Europea è diventata una terra molto appetibile per le grandi aziende che necessitano di data center. L’opportunità è quindi data dalla ricerca, da parte di aziende multinazionali, dei cosiddetti “Safe Harbor” -alla lettera porti sicuri – che permettano uno stoccaggio ed un’analisi dei dati con i parametri richiesti dal REGOLAMENTO (UE) 2016/679 in materia di elaborazione dei dati personali e che, allo stesso tempo, permetta un utilizzo funzionale dei dati raccolti dai vari siti.
Perché può essere un’opportunità per San Marino? In un’ottica di diversificazione dell’economia, una grande opportunità per il nostro Paese è quella di aprirsi a questi data center, e di diventare “safe Harbor” per le grandi imprese.
In questo modo avremo la possibilità di sviluppare un settore nuovo e innovativo, che ha bisogno anzitutto di una normativa chiara, che contempli i parametri chiesti dall’Unione Europea, ma che allo stesso tempo permetta una “tranquilla” elaborazione dei dati. Parallelamente, puntare su questo tipo di settore richiede un forte investimento in telecomunicazioni – e questo ha una ricaduta positiva su tutto il sistema paese- che ci permetta di essere concorrenziali, anche nei confronti di altre tipologie di imprese che hanno la necessità di una rete internet che garantisca un traffico di informazioni massiccio in maniera facile e veloce.
Tutto questo sempre in un’ottica di crescita economica in linea con quelle che sono le nostre prerogative -come SSD -di tutela del territorio evitando ulteriore cementificazione.
Questo è per noi un elemento fondamentale: riuscire a creare nuova economia, altamente tecnologica, investendo in infrastrutture come le TLC e parallelamente puntare a riqualificare gli edifici esistenti, invece che nuova cementificazione. Ultimo ma non ultimo, la possibilità di incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili di queste strutture.
Non è un sogno. È una possibilità concreta che ha San Marino per crescere ed aprirsi al mondo. È un’opportunità che vogliamo realizzare, adesso.
Roberto J. Carlini