San Marino. Romito, Romito, Romito ti hanno scacciato ma non sei partito…

Romito, Romito, Romito, ti hanno scacciato ma non sei partito… Stamattina mi sono svegliato con questa canzoncina in testa sulle note di “Renato” della grandissima Mina. “Renato Renato Renato come vorrei non averti amato. Renato Renato Renato tu sei un mostro di ingenuità. Renato Renato Renato la serenata che ti ho cantato. Renato Renato Renato vuol dire che morirò per te”. Al posto di Mina ci vedrei bene Matteo Ciacci che corteggia il Presidente di Cassa che alla faccia di tutti, lì è rimasto. D’altra parte aveva avuto a suo tempo le rassicurazioni di Ap: vai tranquillo Renato… scusate, Romito, che tanto rimani lì che a quelli di Civico 10 ci pensiamo noi! Uno come Mario Venturini questi ragazzotti se li mangia in un solo boccone. E così le promesse sul turismo, le battaglie sulla moralità, il rigore… tutto a farsi benedire. Zafferani d’altra parte è già pronto a tornare all’ovile quando la barca di Civico 10 affonderà definitivamente, ammesso e non concesso che sia rimasto ancora qualche elettore che non sia finito… nella Rete. Ma cosa vi aspettavate? Fra Boschi e Renzi, qui sembra il Pd italiano, altro che Adesso.sm! E come il Pd, il governo di sinistra sammarinese rischia un tracollo verticale. La piazza ha parlato, anche se dalla maggioranza fanno spallucce. E la gente si è un po’ stufata dei due pesi e due misure. Non è certo in questo modo che si fa il bene di San Marino. Non è con le rese dei conti che si può andare avanti, anche perché ricordatevi signori che è una ruota. Fra qualche mese è molto probabile che i ruoli saranno ribaltati. E allora che cosa accadrà? Lascia davvero sconcertati vedere l’arbitrarietà di certi comportamenti e decisioni. A fianco dello scoramento tuttavia, c’è la consapevolezza che non potrà durare per molto questo modo di agire perché il Titano, Terra di libertà, non può essere governata con la frusta, ma solo con il dialogo e la condivisione. Vogliamo allora chiudere sotterrando l’ascia di guerra, con un consiglio spassionato e costruttivo a tutti gli attori in campo. Visti i fatti degli  ultimi mesi si raccomanda al partito che sta governando il Paese, per evitare che sia definitivamente portato alla deriva, la rilettura di un brano della Ginzburg, Il modo di far politica nuovo, di cui si riporta qui un breve e crediamo molto utile riassunto.

Diceva la Ginzburg che bisogna andare al governo come perdenti perché si è solo un pezzo di vita e perché la vittoria come distruzione dell’altro è inaccettabile. Non si può pensare di distruggere l’altro: se io vinco, devo sapere che l’altro c’è, è sempre presente. Questo è il modo di far politica nuovo. Ci deve essere un rispetto, un pluralismo nel vedere le cose, un sapere che tu non sei al centro del mondo, non sei all’ombelico del mondo, che gli altri hanno uguale diritto di te. Occorrerebbe riuscire a governare senza mai smarrire il bene supremo dell’incertezza e della fragilità. Andare al governo senza mai diventare un partito di governo!