
“...Su Rtv la questione è semplicissima: si chiude l’emittente definitivamente! Tutti soldi risparmiati” libererebbero risorse “da investire in sanità o in opere pubbliche strategiche.” Mentre il confronto, al pari della preoccupazione, relativo alla mancata approvazione del bilancio 2023 della San Marino Rtv spa da parte del Consiglio di Amministrazione presieduto da Pietro Giacomini riceve una forte attenzione anche nell’opinione pubblica, ripropongo la “soluzione” che un lettore, un visitatore di queste pagine elettroniche ha voluto affidare a GiornaleSm.
Ben inteso, non perchè condivida questa “soluzione”, anzi!, ma per evidenziare quello che sembra essere -lo deduco da vari post social affidati alle bacheca dei semplici cittadini sammarinesi- un sentimento comune oggi dilagante nella popolazione del Titano. Un sentimento alimentato più dall’irrazionale emotività -a sua volta favorita dal dilagante populismo favorito prima dal moto grillino italiano e “simil-grillino” sammarinese e poi, anche oggi, dalla deriva populista dell’azione messa in campo soprattutto dalle forze politiche di opposizione…
Un “sentimento”, dicevo riferendomi all’avversione dilagante verso la Tv di Stato, alimentato più dall’irrazionale emotività del “popolo” che non dalla saggia razionalità che sarebbe necessaria affrontando tematiche delicate come l’informazione, nel caso pubblica. Del resto, la qualità di ogni democrazia compiuta si misura, in primis, valutando la pluralità, la qualità e l’indipendenza di quel comparto, o che dir si voglia -non a caso- potere. Non è un caso, infatti, che ogni regime non democratico, oligarchico o dittatoriale che sia, sia accomunato dalla negazione di un principio base di ogni sistema realmente democratico: la libertà di stampa.
Premesso ciò, ritengo inutile spiegare perchè la soluzione del lettore non mi convince per nulla. Anzi, per certi versi, mi inquieta, poiché evidenzia la superficialità della popolazione sammarinese nell’affrontare tematiche dai risvolti delicati, importanti e troppo spesso totalmente ignorati. Inquietudine, la mia, che si inasprisce ancor di più se penso che fra un paio di mesi questa stessa popolazione sarà chiamata al voto per scegliere la classe dirigente della prossima legislatura… Ma questa è un’altra storia.
Quel che è certo, al di là delle motivazioni che hanno indotto il Cda di Rtv a “respingere al mittente” il bilancio 2023 (e seppure non si conosca il motivo ma lo si possa solo ipotizzare – leggi qui) per ragioni che non paiono essere il forte deficit o indebitamento, quantificabile in -sembra- circa un milione e 900mila euro, è indispensabile un radicale rinnovamento di obiettivi e strategie economiche.
Questa cifra enorme e difficilmente giustificabile visti i contributi che la Tv riceve ogni anno da Eras e Rai, impone, infatti, un netto cambio di rotta rispetto la “politica” e le strategie gestionali adottate da tutti gli ultimi governi, che hanno visto avvicendarsi alla guida del Paese praticamente tutte le forze politiche sammarinesi, da Libera al Pdcs, passando per Repubblica Futura, Rete, Psd, Pss, Motus Liberi, Ar, attuali vertici di Demos, gruppo misto e così via. Infatti, un così importante “buco” economico non si genera in pochi anni…
Il mio timore, oggi, non è sulla possibile chiusura della Tv di Stato, che continuerà la sua opera di informazione (poi potremmo aprire un capitolo interminabile su qualità e imparzialità della stessa), ma sul “come” proseguirà la sua attività. Del resto, il Presidente e il vicepresidente di Eras (l’ente che detiene il 50% della San Marino Rtv spa in società con l’italiana Rai), rispettivamente Luca Beccari e Teodoro Lonfernini (ambedue Pdcs), sono stati chiari: “Rtv – ha affermato Beccari nei giorni scorsi – svolge un servizio essenziale per San Marino che va al di là dei dati meramente economici”. Pienamente d’accordo sul “servizio essenziale” svolto… Molto meno sull’aldilà “dei dati meramente economici”, visto che oltre ai formalismi contabili, le risorse che passano dalle casse pubbliche alla Tv di Stato sono risorse -e qui mi ricollego alla presa di posizione del lettore sopra citata- che se non utilizzate potrebbero andare a finanziare altre opere o investimenti a vantaggio della collettività o del bilancio pubblico caratterizzato da un rilevante indebitamento.
Non è da ieri che evidenzio come sembri non esistere una razionale sinergia fra introiti e spese, al pari di come appaia illogico produrre -al di là della programmazione di intrattenimento- una informazione che vede tante risorse destinate all’attenzione verso il mondo e verso l’Italia, relegando l’informazione sammarinese ad un ruolo quasi marginale.
Ma quanti di voi sammarinesi, se vogliono informarsi sul mondo, pigiano i tasti 8, 3 e 1 sul telecomando della propria tv e non privilegiano, ad esempio, il Tg1 o il Tg5? Secondo me nessuno, o quasi… Immaginate oltre confine quanti lo facciano. Eppure, sui bilanci di Rtv gravano inviati stabilmente locati oltre confine per, alla fine, rileggere i lanci di agenzia… O, e questa è un’innovazione recente, gravano si bilanci della Tv di Stato autorevoli commentatori internazionali (che non ci parlano e non parlano di San Marino ai telespettatori) del calibro di Alan Friedman che, deduco, non spostano sul Titano gratis.
Quale audience ha fatto fino ad ora, si dovrebbero chiedere tutti gli amministratori di Rtv, il programma sammarinese “Washington Files” condotto dallo stesso giornalista statunitense? Quanto meno, mi vien da “pungere”, dello storico “Bar contro Bar” della “artigianale” Vga Telerimini degli anni 80?
Rtv è un valore, un elemento determinante per la stessa democrazia sammarinese. Ma non può essere -non ne ha le risorse- una Tv internazionale capace di ritagliarsi un suo spazio in concorrenza con colossi del calibro di Rai, Mediaset, Cairo Communication ecc… Dovrà sopravvivere, dovrà crescere e dovrà trovare un equilibrio economico nella sua gestione! Ma, per farlo, dovrà crearsi una sua identità in un bacino ben più ristretto della penisola italica… Solo così potranno decollare gli introiti pubblicitari ed assumere un peso sempre maggiore, nella programmazione, le autoproduzioni.
Enrico Lazzari