La gran parte dei progetti di sanatoria deve ancora essere presentata, la scadenza tuttavia è alle porte essendo fissata per il prossimo settembre. Era prevedibile che il decreto n.79 avesse bisogno di linee guida per i dovuti chiarimenti. In sei mesi, da che il decreto è stato approvato, non è stato fatto alcun incontro o istituito un tavolo dove avviare il confronto. Evidentemente al Segretario Michelotti che con il nuovo testo unico ha rasentato il ridicolo (ma ciò che è peggio è che ha tenuto in scacco il Paese), la lezione che andando avanti da soli si sbatte contro ad un muro, non è bastata. A dirlo è il consigliere della Dc Stefano Canti che mercoledì ha preso parte alla commissione per il territorio.
“Il Segretario Michelotti ha portato delle linee guida per il decreto n. 79 che aveva emesso a gennaio del 2019, io avevo detto subito che non era chiaro e che occorreva fare un regolamento attuativo. Sono trascorsi sei mesi e da allora non c’è stata nessuna condivisione con gli ordini professionali. Per questo il rappresentante degli ordini professionali ha chiesto subito dei chiarimenti. E io assieme ad altri ho chiesto di soprassedere alla votazione di queste linee guida perché è importante che prima ci sia un confronto. La politica avrebbe dovuto essere molto più celere, a distanza di 6 mesi ancora le pratiche di sanatoria sono ferme e la scadenza è a settembre. Una volta approvate le linee guida, i tecnici dovranno rivedere i progetti e hanno poco tempo per presentarli. Le tempistiche si sono ridotte. Tutto questo è il risultato di un mancato confronto, il Segretario si è sempre rifiutato di dialogare con le varie forze politiche. Quando è stato costretto ha emesso l’ultimo decreto e da lì in poi non ha più fatto nessun confronto”. Si tornerà a parlare delle linee guida del decreto domani, giorno in cui è stata convocata la commissione per il territorio. E speriamo che ciò avvenga dopo un confronto anche se molto molto tardivo con gli ordini professionali. Il governo, lo si evince anche da qui, non cambia strada. Parla di rispetto ma agisce come se non conoscesse il significato profondo di quella parola.
