San Marino. Sciopero bancari. Alla base dei disagi la rivendicazione di un aumento del 36% della retribuzione quando il settore ha già un trattamento privilegiato rispetto altri lavoratori … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Rientrato lo sciopero a oltranza dei bancari, o meglio sospeso, che ha creato disagi enormi specie alla fascia più debole della popolazione sammarinese, andiamo ad approfondire sia  la situazione dei vari settori che i termini dei recenti rinnovi contrattali, cosìcchè ogni lettore possa farsi una idea sulla legittimità o meno, sulla coerenza o meno delle rivendicazioni dei bancari.

Partiamo dai bancari, che contrattualmente lavorano 36 ore settimanali (… una in meno dei colleghi impiegati nell’industria e tre in meno di quelli dei servizi) beneficiando, poi, di una media di 30 giorni di ferie annuali, a fronte dei 26 giorni spettanti ai lavoratori dei servizi e dell’industria.

I lavoratori delle banche sammarinesi, inoltre, sempre raffrontandoli ai colleghi di industria e servizi, beneficiano di una mensilità in più, avendo diritto a 14 stipendi annuali più il TFR. Trattamento che poi si arricchisce di una ulteriore mensilità, la quindicesima, corrisposta come premio qualora il bilancio della banca in cui sono assnti si chiuda in positivo.

Tutto qui? No.

Se analizziamo il contratto di categoria così come fermo al 2009, scopriamo che i dipendenti delle banche sammarinesi hanno 36 ore annue di flessibilità e, tutti, possono contare su un conguaglio di maggiorazione contrattuale annua di addirittura il 6,5% sulla retribuzione.
Allo stipendio, inoltre, si aggiungono le specifiche indennità:

113,22€ per i cassieri;

253,21€ per il rischio;

48,07€ per chi lavora nei “sotterranei” e

26,71€ per la -chiamiamola- reperibilità, ovvero la chiamata fuori orario di lavoro.

A ciò si aggiunge, infine, la pensione integrativa, la “Kasco  e

la polizza sanitaria integrativa sugli  infortuni.

Tutte voci, queste, assenti nei contratti, nelle bustepaga dei lavoratori di industria e di servizi.

Ma quanto guadagna oggi un bancario rispetto a lavoratore di un altro settore? Il raffronto può essere fatto con il comparto dei servizi visto che è l’unico dove le tabelle sono oggi come  lo erano nel 2009.

Così deduciamo che la retribuzione minima di un ausiliario (livello minimo in banca) è di 1.794€,

mentre il primo livello dei servizi è quantificato in 1.481€,

dove un terzo livello percepisce almeno 1.574€ a fronte dei 2.111€ di un pari livello (capo reparto) occupato in banca.

Un “Quadro” bancario (il livello equiparabile al sesto dei servizi) percepisce una retribuzione mensile minima di 2.729€, contro 2.018€ dell’occupato nel settore dei servizi.

Torniamo, ora, alle rivendicazioni dei bancari che hanno determinato la rottura con Abs e il conseguente e forse illegittimo (leggi articolo linkato in fondo). Ma prima vediamo quali aumenti economici sono stati concessi nell’ultimo rinnovo ai lavoratori di servizi e industria:
– Industria: +5,4% nel triennio 2021-2023;
– Servizi: +6% nel triennio 2022-2024.

Alla luce di quanto ottenuto dagli altri due comparti produttivi, quanto rivendicano i bancari in termini di aumento della retribuzione?

Ben il 36%… Rivendicazione equa? Non sta a me dirlo… Ma se finisse a contratto il divario fra bancari e servizi arriverebbe a livelli altissimi visto che

un “ausiliario” arriverebbe a percepire circa 2.400€ mensili di solo stipendio, contro i 1.481€ del collega dei servizi.

Ma una idea in tal senso giunge da un lettore e da una sua lettera inviata ieri a GiornaleSM. “C’è un senso di realtà che non può essere trascurato, c’è l’impegno costante e continuo di tutti noi cittadIni nel continuare a sostenere le banche che hanno ricevuto tanti milioni di soldi pubblici, c’è un limite al decoro di richieste che peseranno sui correntisti in termini di oneri bancari… C’è una responsabilità pubblica nel permettere che il 2% dei dipendenti privati possano tentare di fermare tutto per una settimana solo a beneficio della propria posizione personale“.

Enrico Lazzari

 

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