San Marino. Sciopero-Flop: sindacati “bocciati” dal 99,995% dei lavoratori! Ora dimissioni inevitabili per evitare la delegittimazione dell’istituzione sindacale … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Dei circa 22mila lavoratori dipendenti impiegati nel pubblico e nel privato, appena un centinaio hanno raccolto l’appello dei tre sindacati sammarinesi che, in mattinata, avrebbero voluto inscenare una enorme, grande, risonante manifestazione sul Pianello, di fronte al Palazzo Pubblico dove i “Sessanta” affrontavano l’ordine del giorno della sessione fiume di dicembre. Di enorme e risonante, alla fine, c’è stato solo il preannunciato flop!

Vorrei ma non… posso!”. Parafrasando una celebre canzone di Fedez si potrebbe riassumere in appena tre parole il bilancio dello sciopero generale, immotivato (leggi qui), voluto a tutti i costi da Csdl, Cdls, e Usl nonostante le molteplici aperture e gli emendamenti già predisposti alla Legge di Bilancio per mettere in campo misure di aiuto a lavoratori e famiglie in questo delicato momento caratterizzato dall’impennata degli interessi e dei prezzi.

Non vedo l’ora, credetemi, di leggere la “scalata degli specchi”, il comunicato dei sindacati -scommettiamo sarà trionfale?- in cui traccia il bilancio dell’eclatante manifestazione e dell’enorme adesione allo sciopero. Del resto, le condizioni per un grande successo c’erano tutte: grande risonanza, da giorni, sui media; tematica che -al di là della fondatezza delle motivazioni- interessa un po’ tutta la comunità sammarinese, lavoratori e non… Infine, anche meteo perfetto che, nonostante la stagione, ha regalato ai manifestanti una mattinata soleggiata. Sarebbero bastate due gocce di pioggia per fornire un alibi agli organizzatori… Alibi che, invece, non hanno.

Cosa è mancato, quindi, perchè il risultato dell’iniziativa sindacale fosse, almeno, un poco meno imbarazzante? Un sindacato serio, verrebbe da concludere! Un sindacato che parla la lingua dei lavoratori, che antepone gli interessi degli stessi a finalità diverse e, talvolta, occulte in quanto più politiche che contrattuali.

Doveva essere un’orda di sammarinesi che invocava la “testa” del Segretario alle Finanze, Marco Gatti (Pdcs). Doveva essere, forse, un’entrata a gamba tesa del sindacato sul Segretario alle Finanze, un “servizio” a partiti rivali e, o, correnti democristiane a lui avverse. Ma, alla fine, è sembrato di rivivere gli ultimi minuti di Roma – Fiorentina, l’entrata folle di Romero Lukaku che -vista la dinamica, la mole e l’impeto del romanista- avrebbe potuto mandare in infermeria lo sventurato Kouamé… Alla fine l’aggredito è rimasto in campo; l’aggressore invece si è visto sventolare un eloquente cartellino rosso… Potrebbe essere questa la metafora dello sciopero. Se non fosse per il diverso peso del cartellino rosso: al romanista l’ha sventolato un arbitro; al sindacato sammarinese lo hanno sventolato 22mila lavoratori… Anzi, visto che, al netto di qualche anche attempato passante, talvolta con la busta della spesa in mano, un centinaio di persone sul Pianello c’erano, diciamo 21.900 lavoratori, almeno il 99,995% del totale.

I sindacati, le cui leadership appaiono oggi fortemente delegittimate dalla massa che dovrebbero rappresentare, troveranno certamente dati migliori nell’adesione all’astensione dal lavoro. Ne sono certo che questa sia a livelli alti. Lo so dalla vigilia dello sciopero, quando, così per gioco, ho chiacchierato un po’ con qualche mio amico occupato in San Marino… Una “chat” per tutte: 

 

Il dato relativo all’adesione, quindi, non potrà essere un dato eloquente, indicativo dell’adesione alla protesta e della condivisione delle rivendicazioni e delle critiche espresse dal Sindacato all’indirizzo del Governo e alla base delle motivazioni di questo sciopero-flop. Effetto naturale degli scioperi di venerdì…

Lo sciopero, però, non è stato certo inutile. Ha smascherato i bluff di una politica strumentale e populista che, evidentemente, non è propria soltanto di alcuni partiti. Ma, soprattutto, ha fortemente delegittimato i sindacati sammarinesi… Anzi, mi correggo, non i sindacati in sé, ma questi sindacati sammarinesi, questa Cdls, questa Csdl, questa Usl così guidati e così gestiti.

Lo sciopero, questo sciopero, ha visto appena lo 0,005% dei lavoratori accogliere l’invito a manifestare, a supportare attivamente le rivendicazioni e le motivazioni alla base della stessa protesta. Se non è una sonora delegittimazione questa… Una delegittimazione, peraltro, pericolosa per i lavoratori stessi, perchè evidenzia un crollo di condivisione fra l’azione di quest’ultimi e gli atti perseguiti da chi dovrebbe rappresentarli nelle loro sacrosante esigenze. Un crollo di fiducia che, erroneamente, si abbatte sull’istituzione in sé e non, come sarebbe logico e ovvio, sulla gestione e amministrazione.

Un aspetto, quest’ultimo, che rende doverose le dimissioni di tutti i vertici sindacali che hanno voluto, secondo me a tutti i costi, questo sciopero generale. E’ indispensabile, più che come conseguenza della magra figura, del flop clamoroso e in termini pesantissimi, per difendere il sindacato come istituzione da una delegittimazione già avviata e altrimenti inevitabile.

Enrico Lazzari