Da mesi la cittadinanza attende la fine di una legislatura che ha completamente stravolto, peggiorandolo, ogni settore strategico dell’economia sammarinese. Ma sta veramente per suonare la campana? Ne abbiamo parlato con il Consigliere della Dc Alessandro Cardelli.
Consigliere, dopo quasi tre anni di governo la legislatura sembra giunta al termine, quali potrebbero essere gli scenari politici per i prossimi mesi?
“Condivido anche io. Questo governo e questa maggioranza sono arrivati alla fine della propria esperienza. Questa considerazione non è solo mia e della Democrazia Cristiana, ma anche dei cittadini sammarinesi che il 2 giugno scorso si sono espressi con un voto molto chiaro anche da un punto di vista politico. In questi tre anni il Paese non solo ha perso enormi opportunità ma ha fatto grandi passi indietro per colpa di scelte sbagliate e sconsiderate. Serve ricostruire un intero sistema e dare fiducia e per fare ciò il primo passo sono le elezioni e successivamente la formazione di un nuovo governo ampiamente rappresentativo che possa riuscire a fare le riforme e mettere in campo le decisioni strutturali per rilanciare l’economia”.
Quando parla di governo ampiamente rappresentativo si riferisce a tutte le forze politiche?
“No, ci sono forze politiche su cui noi come Dc, in tutti gli organismi, abbiamo già dai primi mesi dell’anno, posto un veto molto chiaro. Mi riferisco in particolare a Repubblica Futura, che è sicuramente il soggetto politico che ha più responsabilità per la situazione e le scelte che sono state prese in questa legislatura, considerato che sono tredici anni ininterrotti che fanno parte dell’esecutivo. Un governo con loro non è certo possibile. Dall’altro lato invece credo dei distinguo in maggioranza debbano essere fatti. Mi riferisco in particolare a Civico 10 e alla sua azione negli ultimi mesi, che non solo ha mostrato grande responsabilità ma è riuscito a ricreare un clima di dialogo, prima inesistente, in particolare sul tema banche”.
Lei parla di caduta di governo e elezioni anticipate, ma formalmente la scadenza naturale del governo è il 2021.
“Certo, ma sono convinto che se il Paese dovesse continuare in questa situazione di ulteriori due anni di stallo, si aggraverebbe ulteriormente la situazione probabilmente in maniera irreparabile. Per questo mi auguro che il prima possibile qualcuno di coloro che oggi fanno parte del governo e della maggioranza si assuma la responsabilità di mettere fine a questa esperienza politica, chi lo farà avrà la possibilità di giocare un ruolo politico importante in prospettiva della prossima legislatura, che ricordo prima che sugli equilibri politici deve passare sui temi. Abbiamo tante priorità da affrontare, come ad esempio l’accordo di associazione con la U.E., le riforme economiche, il rilancio del settore bancario, una nuova organizzazione del territorio, la creazione di infrastrutture, più le riforme istituzionali e sulla giustizia”.
Sul tema banche che invece ha infuocato questa legislatura cosa può dire, ha accennato poco fa ad un nuovo clima di confronto.
“Sì come già anticipato la sostituzione della Segreteria alle Finanze, e l’atteggiamento tenuto da Civico 10 credo siano riusciti a orientare la maggioranza verso un approccio diverso già dai primi mesi di quest’anno. Un esempio sono il recente decreto salva banche e la modalità con cui si sta cercando di trovare una soluzione condivisa su Banca Cis. Questo approccio è sicuramente positivo dopo più di due anni di scontro totale su questo tema che invece è cruciale per la nostra economia”.
Per quanto riguarda invece casa Dc, quali sono le mosse future?
“In primis costruire una alternativa a questo governo. Dopo l’esperienza fallita di Adesso.sm, ritengo che i sammarinesi cerchino nello scenario politico un interlocutore capace di poter garantire stabilità e cultura di governo. In questo credo che la Dc possa giocare un ruolo decisivo. Negli ultimi due anni di opposizione, l’intero gruppo consiliare ha dimostrato preparazione e determinazione. Ci siamo caratterizzati non solo per l’attività di semplice opposizione ma anche di proposta, e di collettore sia con l’opposizione che spesso con le realtà del Paese. Sono convinto che un prossimo governo, che come anticipato in precedenza non può che essere ampiamente rappresentativo, non potrà prescindere dalla presenza della Democrazia Cristiana”.