San Marino, il Titano trema: una tragedia, la droga e il dovere di non voltarsi dall’altra parte…di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Immaginatevi il Titano, quel pezzo di roccia che si erge fiero tra le colline romagnole, con le sue tre torri a fare la guardia. Oggi, però, non è giorno di cartoline. A Fiorentino, un castello dove di solito il tempo scorre tra panni stesi al sole e chiacchiere da bar, il silenzio è rotto da un nodo in gola. Un ragazzo, non ancora trentenne, ha spento la sua luce. Un festino, un malore, un’ambulanza che squarcia la notte tra il 30 giugno e il 1° luglio 2025. Poi, un letto d’ospedale, una dimissione che – col senno di poi –  sa di frettoloso e, poche ore dopo, un gesto estremo che lascia una comunità con gli occhi sbarrati e il fiato corto.

Non serve un nome: è un figlio di tutti noi – sammarinesi e non –, un figlio del Titano che ora è solo un’eco. Gli inquirenti – ne sono convinto – stanno già scavando in quelle ore maledette, da quando quel giovane ha lasciato l’Ospedale di Stato la mattina del 1° luglio fino al momento in cui ha detto basta. Aveva meno di trent’anni, un’età in cui la vita dovrebbe essere un’autostrada aperta, non un vicolo cieco. Non può essere una serata storta, una notte sbagliata a scrivere la parola fine.

Ogni passo di quella tragedia va illuminato, non per alimentare il pettegolezzo, ma per capire dove un’intera società ha fallito. E poi c’è lei, la droga, che in Repubblica ha soprattutto un nome: cocaina. Quella polvere bianca che si è intrufolata nel Titano come un serpente sotto le mura. Non è una conclusione da bar: i numeri dell’ISS urlano. Nel 2024, l’Istituto per la Sicurezza Sociale ha avuto in carico circa 100 pazienti per dipendenze patologiche. Di questi, il 55% era incastrato nelle droghe e il 45% nell’alcol. E tra quei 55 disperati delle droghe? Una percentuale rilevante era in ginocchio davanti alla cocaina. Ma non è una novità: già nel 2020, su 153 persone seguite, 40 erano sue prede, il 26% del totale, circa la metà di chi era dipendente da droghe.

Tradotto per i 34.000 abitanti di San Marino? È come se ogni anno una classe intera di liceo, 25-30 ragazzi, finisse dritta nella rete di quell’affascinante veleno. E non è un film: nel 2023, l’ISS ha registrato un aumento del 12% nei casi di dipendenza da cocaina rispetto all’anno precedente. Una escalation che fa tremare le torri.

Costa cara, la cocaina? Mica tanto. A 80-100 euro al grammo, è più a buon mercato di un fine settimana a Riccione con gli amici. Ma il conto vero arriva dopo: salute in frantumi, libertà confiscata, famiglia distrutta e a volte – purtroppo – una vita spezzata. È un gioco d’azzardo con carte truccate: pensi di fare una partita e ti ritrovi senza sedia quando la musica si ferma.

A quel maledetto festino c’erano altri giovani – sammarinesi, stranieri, coetanei – e le autorità hanno messo le mani su una più o  meno piccola quantità di droga. E, è ora di rendersene conto, per San Marino non era una serata fuori copione: la Gendarmeria ha i cassetti pieni di denunce. Nel 2023, 70 persone sono finite nei guai per detenzione o spaccio. Se facessimo una media sarebbe una ogni 5 giorni… Fate voi i conti. È come se ogni mese una decina di sammarinesi si giocasse la vita alla roulette russa, tra legge, overdose e rimorsi. E, oggi, non è solo roba da “delinquenti”, ma da chi la ritiene un veicolo di fascino e di brividi: nel 2022, il 60% delle denunce per droga riguardava ragazzi sotto i 30 anni

Non c’è spazio per il giudizio, qui, oggi. Quel ragazzo era un giovane come tutti gli altri, perdipiù con un bel lavoro mi dicono. E con sogni più grandi delle sue paure e insicurezze, magari nascoste dietro un sorriso.

La sua fine è un megafono puntato in faccia a tutti. Sniffare una striscia, ciucciare una canna, ingoiare una pasticca sembra facile come scolarsi una birra al pub. Ma la droga, qualunque droga, non è un’amica di bevute: è un avvoltoio che plana sul tuo futuro e lo fa a brandelli. Un brivido che diventa un baratro.

E voi, genitori del Titano, dove siete? I dati HBSC del 2022 sono una sveglia che suona a tutto volume: l’11,9% dei quindicenni ha fumato cannabis nell’ultimo mese,  più del doppio del 5,1% del 2018. Tra i diciassettenni, il 35,5% ha provato almeno una volta nella vita, e il 17,8% lo fa regolarmente.

La cocaina? Non è una sconosciuta. Un’indagine del 2023 ci dice che il 3% dei ragazzi tra 18 e 24 anni – uno su 33 – ha già fatto un giro con la polvere bianca. Ma non finisce qui: tra i 20-29enni, la percentuale sale al 5,2%, e tra chi la prova, il 20% ci ricasca entro un anno. In una classe di quinta liceo di 30 studenti, è come se uno o due avessero già ballato con il diavolo. E non serve un festino per poi piangere: basta una serata “tranquilla” che finisce male.

Sammarinesi, svegliatevi. Non siete più un’isola felice, e il lamento di Fiorentino vi trapassa come una lama. Non basta piangere un altro figlio perso. Parlate ai vostri ragazzi, ascoltateli, buttate via i sermoni ma tenete gli occhi spalancati. La droga non bussa alla porta: si intrufola dalle finestre lasciate aperte. Le torri del Titano svettano ancora, ma i vostri giovani sono di cristallo. Tocca a voi – madri, padri, amici, vicini –, a noi fare da scudo, prima che un altro letto d’ospedale diventi una lapide. Non c’è un “poi” per rimediare: il tempo è ora.

Enrico Lazzari