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  • San Marino. “Su Banca Cis si rompa il silenzio”

    Tutto ciò che riguarda Cis è inspiegabilmente avvolto da un rigoroso silenzio. Come non ci fossero famiglie e imprese letteralmente disperate per il blocco dei pagamenti. Non sono infatti pochi coloro che da oltre un mese stanno aspettando la fine del blocco dei pagamenti per accedere ai propri conti e far fronte alle spese quotidiane. Si tratta di persone che non si erano ‘premunite’ anche alla luce delle dichiarazioni del commissario Sido Bonfatti che all’indomani del commissariamento si era affrettato a rassicurare i correntisti affermando che non ci sarebbe stato alcun blocco dei pagamenti ma che l’istituto avrebbe continuato a svolgere la propria funzione vitale di sostengo alle imprese. Tempo un giorno ed è arrivato il ‘fermi tutti, stavamo scherzando’. Di come hanno reagito i correntisti ne abbiamo parlato con Francesca Busignani di Ucs.

    C’è attesa per l’incontro che nella giornata di domani avrete con il commissario di Cis Sido Bonfatti, che cosa andrete a dirgli?
    “Di sicuro gli chiederemo quali sono i tempi previsti per la fine del blocco dei pagamenti che è stato reiterato per il secondo mese a distanza di poche ore dalla scadenza. Le persone si trovano a fare i conti con tantissimi disagi e vogliono avere informazioni. Noi tutti assieme, non solo l’Ucs, avevamo chiesto un incontro già all’indomani del blocco dei pagamenti, quando in tantissimi si sono rivolti a noi visto che prima era stato detto che non ci sarebbe stato alcun blocco e che solo il giorno dopo si è andati verso quel provvedimento. L’obiettivo è dar voce a tutti quei correntisti che al contrario di altri non hanno la forza di far valere i propri diritti”.

    Quante sono le persone che si sono rivolte a voi?
    “Sono più di 200 ma devo dirle che la gran parte delle persone che si trova a vivere questo disagio, molti hanno già vissuto il blocco con Asset, non ha più la forza nemmeno di chiedere aiuto. Ci si chiede spesso come mai non ci sia una reazione evidente, il problema è legato al fatto che la gente è sfiduciata e dunque non reagisce. In questo modo però si accetta tutto il male che ci piove addosso. Serve una iniezione di fiducia in tutti i settori”.

    Quali sono i problemi più gravi?
    “Per fare solo un esempio, le dico che ci sono piccole ditte che dunque dispongono di un solo conto che non riescono a pagare né i fornitori né i dipendenti, per non parlare delle famiglie e di come non riescano a far fronte al pagamento delle utenze quotidiane. Il che non può essere accettabile. Si deve far in modo di far ripartire questa operatività. Altro discorso è quello legato alla ripartenza della banca, ovvero se si sta lavorando ad una soluzione che potrà nuovamente farla camminare sulle proprie gambe. Qualunque soluzione non potrà in ogni caso gravare sulla collettività”.
    In tanti si stanno rivolgendo a voi, siete un punto di riferimento…
    “E’ vero, lo siamo e le persone si pongono nei nostri confronti in maniera molto educata e gentile. Tuttavia percepiamo una rassegnazione di fondo, la gente ci ringrazia dicendoci però anche che saprà comunque come andrà a finire. Lo hanno già visto accadere un po’ in tutti gli ambiti”.
    Si rimane dunque in attesa di poter informare i lettori sull’esito dell’incontro nell’edizione di sabato mattina.

    Repubblica Sm