San Marino. Sulla sanità forse i colpi di scena non sono ancora finiti … di un lettore

Dopo aver scoperto tramite un video pubblicato alla fine di luglio, scovato da GiornaleSM, che la ormai ex-direttrice generale dell’Iss aveva vinto un concorso per dirigere una RSA in Lombardia , oggi pare che forse la Bruschi non ci lascerà del tutto.
Chissà se sarà vero, come dicono i ben informati, che Alessandra Bruschi rimarrà a San Marino con un incarico legato alla realizzazione della nuova struttura ospedaliera?

A breve sapremo se la soap-opera, che questa estate ha tenuto tutti i sammarinesi con il fiato sospeso avrà altre puntate ed una sua definizione. Per il momento, aspettando gli eventi, caro Direttore mi permetta di fare alcune riflessioni.

Ancora una volta, a mio parere, non siamo stati fortunati con i forestieri e tutto il paese ha visto che, una volta percepito il premio di risultato, il Direttore Generale ha salutato la nostra repubblica.
Non è stata sufficiente quell’ ”accoglienza fantastica da piccola principessa” come lei diceva e neppure le sue buone intenzioni, che sono rimaste tali, di fare un “lavoro di squadra”. Però il premio di risultato è stato percepito! Lo stesso poteva, visto il momento del tutto particolare, essere devoluto in beneficenza come pare qualcuno riservatamente abbia fatto. In fin dei conti l’attaccamento al nostro paese lo hanno, come di consueto, dimostrato persone e professionisti che questa terra la vivono da sempre.

Con il passare del tempo sarà certamente più facile fare un bilancio della gestione Bruschi, capire quali benefici ha portato la manager all’Istituto per la Sicurezza Sociale; come anche analizzare le vere ragioni per cui all’improvviso il Direttore Generale, a capo del Comitato Esecutivo, ha deciso di partecipare ad un bando di una struttura sanitaria italiana, vincendolo e lasciando, dopo poco piu’ di un anno, il suo incarico in territorio.

Escludendo ragioni di carattere economico, ovviamente, le motivazioni potrebbero trovare conferma nei numerosi problemi che non hanno sortito soluzioni positive. Evidentemente le precedenti esperienze maturate dall’ex-DG nelle realtà italiane non hanno avuto quegli effetti sperati sul settore sanitario sammarinese. Come non si può escludere che certe scelte e certe azioni, talvolta discusse e non condivise da molti, possano avere amplificato problemi già esistenti. In effetti la medicina di base e ed il servizio unico di prenotazione non hanno beneficiato della gestione Bruschi, così come forse sono aumentate le tensioni tra il personale, tema questo che ha creato e sta creando non pochi problemi. Pare, infatti, che più di numerosi dipendenti ISS (senza contare quelli che se ne sono andati via dalla disperazione) del servizio domiciliare anziani, nonostante abbiano chiesto aiuto anche direttamente al Segretario di Stato e bussato ad ogni porta, siano rimasti inascoltati a fronte del loro tentativo di fare capire, con tanto di prove, tutte le anomalie e i disagi che ogni giorno devono affrontare per scelte dirigenziali, a mio modo di vedere, sbagliate e alquanto discutibili. Nulla di offensivo, ma di certo una critica, visti gli insuccessi, sulla gestione Bruschi, a fine incarico, bisognerà farla! Domandiamoci che risultato porterà questa mancata soluzione dei loro problemi? Forse il trasferimento in massa!

Per non parlare delle eccellenti dimissioni che ci sono state. L’esasperazione di molti dirigenti medici, che in questi anni hanno contribuito alla crescita del nostro ospedale, è tangibile. Bisogna  ripristinare quell’importante clima di fiducia tra la struttura e gli utenti, che ora sembra perso.

Chissà quali sono le vere ragioni che hanno portato Alessandra Bruschi a dimettersi e chissà se anche qualche altro dirigente in questi giorni si sta facendo un esame di coscienza sul proprio operato? Anche magari chi oggi ha la responsabilità politica di un settore così importante dovrebbe interrogarsi sulle tante cose che all’interno dell’ISS non funzionano, anche se in molti casi le responsabilità sono facilmente identificabili.

Recentemente abbiamo sentito a più riprese dire che la politica deve stare fuori dell’ospedale e la sensazione che tutti hanno è che ultimamente più che di politica dentro l’ospedale è corretto parlare di certi vecchi metodi; quei modi di fare che oggi sembra siano stati resuscitati ma che alla fine sono sempre gli stessi. Quei vecchi metodi che tutti speravano essere solo un brutto ricordo del passato.

Peccato che, come sempre, nessuno dica niente! Neppure chi ha il compito di difendere sia dipendenti che i servizi per i cittadini in difficoltà che, purtroppo come al solito, sono quelli che pagano il prezzo più alto.

L’amarezza è tanta.

Un lettore.

  • Le proposte di Reggini Auto