“Oltre due miliardi e 100 milioni di crediti non performanti (Npl) saranno venduti in cambio di pochi spiccioli per volere di sette consiglieri” del governo AdessoSm. Di sette consiglieri dell’allora maggioranza. Era il 5 aprile del 2018, ai vertici di Banca Centrale sedevano Roberto Moretti alla Direzione, mentre la presidenza era “vacante” viste le precedenti dimissioni di Wafik Grais, quando il Movimento Rete, in una nota al “veleno”, denunciava la “svendita di oltre due miliardi di Npl” (leggi qui).
Lo stesso Movimento non si limitò a denunciare pubblicamente le sue conclusioni: indicò, con nome e cognome, anche chi -a suo dire- fossero i sette responsabili di questa controversa operazione che -predissero- “non solo non risolve i problemi di Cassa di Risparmio, ma andrà ad aggravare la situazione del bilancio dello Stato”. Ma chi furono i responsabili identificati? I membri di maggioranza della Commissione Finanze, ovvero Nicola Renzi e Roberto Giorgetti di Repubblica Futura; Luca Boschi e Silvano Andreani dell’allora Civico 10 (movimento oggi confluito in Libera unitamente all’SSD); Tony Margiotta, Enrico Carattoni e Salvatore Izzo di SSD.
“Questi Consiglieri, membri della Commissione Finanze -sentenziò Rete- si sono auto-votati un ordine del giorno per procedere alla vendita, dopo che i membri di Adesso.sm e i Segretari di Stato si sono sperticati a pubblicizzare la gestione pubblica degli Npl (attraverso una bad bank o altro veicolo pubblico), proprio affinché venissero amministrati nell’interesse del nostro Stato”.
Sta di fatto, al di là della fondatezza o meno delle risonanti accuse di Rete (non mi risultano condanne per diffamazione contro Rete per queste affermazioni), che su due miliardi e passa di valore nominale dei crediti deteriorati, nelle casse dei creditori sammarinesi sarebbero rientrati appena 150 milioni di euro, il 7,5% appunto. Conseguenza della fretta con cui il governo AdessoSm diede il suo benestare all’operazione, senza neppure “attendere la conclusione della trattativa di Cassa di Risparmio con due società” diverse da Cerberus e “interessate ad acquistare” quei crediti deteriorati? La competizione fra due potenziali acquirenti, unita al fatto che il prezzo medio di cessione degli Npl in quel periodo fosse più alto del 7,5% realizzato (anche se è difficile quantificare un valore medio, vista la variegata tipologia di ogni credito deteriorato), avrebbe potuto permettere un realizzo più alto? Secondo molti sì…
Ad avvalorare le accuse di “svendita” dei crediti Delta giunse, poi, il 18 gennaio 2018, un evento denunciato dal democristiano Giancarlo Venturini (leggi qui), secondo cui Cerberus, in pochissimo tempo, ripiazzò il “pacchetto”, in toto, a Citybank, realizzando, si presume, un immediato guadagno. “Ci risulta da alcuni documenti -sostenne Venturini- che il pacchetto degli Npl Delta sarebbe stato rivenduto al gruppo Citibank… Forse siamo arrivati al punto finale dove tutti ci guadagnano: se Citibank acquista così velocemente, ciò dimostra quanto il pacchetto fosse appetibile”
“Forse -concluse- gli unici che non ci guadagnano sono Cassa di Risparmio e i cittadini sammarinesi”. Un dubbio che prende ancora più corpo oggi, alla luce della recente cartolarizzazione di un ennesimo pacchetto di Npl che gravano sulle banche sammarinesi (Carisp, Bac e Bsi), del valore nominale di circa 770 milioni di euro, autorizzato nelle scorse ore dal Consiglio Grande e Generale e destinato a portare nelle casse dei titolari ben più del 7,5% dell’epoca.
Certo, al contrario dei 770milioni di euro attuali (garantiti con ben 210 milioni di ipoteche immobiliari e da una garanzia di 75+15mln data dallo Stato sammarinese), nel pacchetto ceduto a Cerberus i titoli erano frutto del boom del credito al consumo, quindi raramente ben garantiti e con percentuali di recupero non esaltanti, ma ciò non basta a togliere l’etichetta di “scelleratezza” che tutti i sammarinesi ormai appioppano a quella operazione che pareva fin da subito frettolosa ed avventata.
Ma torniamo ad oggi, quando -alla luce dei lavori parlamentari sul Decreto Delegato n.165, quello sulla cartolarizzazione degli Npl, appunto- sembrano passati secoli dalle ultime fasi della legislatura precedente. Sia nei metodi adottati da chi stava e sta oggi nella “stanza dei bottoni”, che nei risultati economici previsti.
Se nel 2017/18 AdessoSm alzò un muro nel confronto con le opposizioni, in questa “nuova era” il governo ha dato il via libera all’accoglimento di un emendamento di minoranza, finalizzato ad introdurre un organismo “terzo” di vigilanza sulla cartolarizzazione (peraltro inutile essendo già la vigilanza su queste operazioni finanziarie ben condotta da Bcsm e, presto, anche dalla nascitura Ragioneria dello Stato). Proposta che rischia di creare intoppi e sovrapposizioni di competenze fra organismi di controllo ma che, nonostante ciò, è passata pressochè all’unanimità, per la soddisfazione di un po’ tutte le forze di opposizione.
Tanto che, ad esempio, Nicola Renzi (Repubblica Futura), ha sottolineato come l’emendamento di istituzione di una apposita vigilanza sia “un atto di responsabilità e di libertà che tutti i consiglieri hanno voluto rappresentare”. Non manca, ovviamente, il tono polemico, visto che, nello stesso tempo, il medesimo Renzi si chiede perchè “sia stato necessario fare tre riunioni in commissione Finanze, un incontro a palazzo Begni e un ulteriore incontro in Commissione e poi giungere in Aula”… “Non capisco quali siano state le resistenze”, ha concluso. Resistenze -si deduce dall’intervento del Segretario di Stato alle Finanze, Marco Gatti (Pdcs)- dettate dal rischio di sovrapposizione di competenze fra organismi di vigilanza…
Invece, quel che non capisco io, e come me -presumo- non pochi sammarinesi, è come mai, al pari dei colleghi dell’allora maggioranza in Commissione Finanze, il consigliere Renzi -così soddisfatto oggi di una rafforzata, specifica vigilanza terza sulla cessione di Npl- nel 2018 avvalorò, come accusava Rete, la “svendita” di “oltre due miliardi e 100 milioni di crediti non performanti (Npl) in cambio di pochi spiccioli”. Con la sensibilità dimostrato oggi -e non mi riferisco specificatamente all’ex Segretario di Stato Renzi- si sarebbero “svenduti” anni addietro oltre due miliardi di Npl?
Ma anche questo dubbio resterà tale, al fianco di tantissimi altri dubbi, ombre che le recenti udienze giudiziarie incentrate su vicende chiave dello scorso decennio sammarinese hanno alimentato estendendo al di fuori della vera e propria “Cricca” -in ambienti giudiziari, finanziari, dell’informazione e della politica- dubbi sulla presenza di colpevoli o inconsapevoli responsabilità nel “disastro” economico-finanziario-giudiziario dello scorso decennio, perpetrato -sembra dalle conclusione della Commissione di Inchiesta su Banca CIS- nel perseguimento di interessi privati a scapito di quelli pubblici, del Diritto e della Democrazia sammarinese. Il tutto, è diretta conseguenza, con impatto negativo sulla quelità della vita della comunità sammarinese.
Enrico Lazzari
