Ieri a Palazzo Begni il governo ha incontrato la Csu e Anis per parlare tra le altre cose anche di banca Cis. E sempre di banca Cis si è discusso nel pomeriggio di ieri durante una seduta della Commissione Finanze svoltasi rigorosamente in seduta segreta che ha visto l’audizione del commissario straordinario di banca Cis Sido Bonfatti. Nel commentare l’incontro il segretario della Csdl Giuliano Tamagnini ha detto: “se la situazione non fosse drammatica per il Paese direi che si è rasentato il ridicolo, la pochezza è infatti all’ennesima potenza, noi chiediamo cose e le risposte non arrivano”. Di certo infatti non c’è nulla se non la necessità di una ulteriore proroga al blocco dei pagamenti. “Se la scelta – ha proseguito Tamagnini – fosse tra una proroga del blocco a fronte di un progetto certo per il salvataggio della banca e la messa in liquidazione della stessa, è chiaro che la prima opzione sarebbe più che condivisibile. Qui però non arriva nessuna risposta, di come si intende traghettare la banca in un porto sicuro non si è parlato. C’è un progetto o si naviga a vista? Cosa si è fatto in questi tre mesi? Noi questo non lo sappiamo e anziché condividere una problematica di questo genere si è pensato di andare a parlarne in commissione finanze in seduta segreta. E’ assurdo che si tratti alla stregua di un segreto di Stato una questione che riguarda la collettività tutta. Nella banca ci sono 700milioni di raccolta tra i quali 100 milioni di fondi pensione. Ma di condividere questa questione non è passato per la mente a nessuno. C’è un decreto, il cosiddetto salvabanche, che deve essere portato in ratifica entro il 25 aprile e che noi avevamo chiesto di ritirare. All’epoca si era deciso di non portarlo subito in ratifica proprio affinché su questa tematica ci si potesse incontrare e discutere. Noi avevamo posto domande alle quali non è stata data nessuna risposta. Da allora non ci si è più visti, questo ovviamente dà la misura di come si voglia realmente dialogare”. “Tra le domande che avevamo posto – ha concluso Tamagnini – c’era la garanzia dei fondi, l’impatto sul debito pubblico di eventuali salvataggi di banche e la portabilità del credito di imposta. Il dubbio è che si pensi di risolvere una situazione gravissima semplicemente cambiando una legge”.
