San Marino. Tamagnini: (Csdl) “Prima di parlare di riforma pensionistica è cruciale che si faccia chiarezza sul mezzo miliardo che appartiene al fondo pensioni che è depositato nelle banche ma del quale abbiamo il dubbio che non ci sia più nulla”

La riforma delle pensioni è una questione niente affatto marginale, se ne sta discutendo in questi giorni nei quali tale argomento, che era uscito dai radar della politica, si è all’improvviso rimaterializzato. Il documento integrale ancora in bozza è stato pubblicato ieri da Repubblica sm, dei suoi contenuti ne parliamo oggi con il Segretario della Csdl Giuliano Tamagnini.
Da esperto cosa può dirci del documento sulla riforma previdenziale presentato dal Segretario alla Sanità Franco Santi?
“Sul documento che è stato presentato ho poco da dire. Tenga presente che avevamo già detto che quello presentato l’estate scorsa non andava bene e la bozza che è stata fatta circolare è addirittura peggiorativa rispetto alla precedente. Ma voglio fare un passo indietro perché credo che all’incontro fissato per domani mattina al Begni (oggi, ndr) non avrò altro da dichiarare se non che sono un irresponsabile. Si è partiti infatti con il piede sbagliato, non ci si può presentare a un tavolo dopo averlo lasciato fermo per oltre tre mesi dicendo che o si fa la riforma in due mesi o si è irresponsabili. Il tema della riforma pensionistica è troppo serio perché possa essere affrontato in questo modo, così abbiamo sempre detto che noi non ci stiamo”.

Il problema sono dunque i tempi, il fatto che in due mesi non si fa la riforma?
“Diciamo che questo è uno dei problemi ma certamente non il primo. Tutto nasce dal fatto che come la volta scorsa la riforma non viene collocata in un contesto generale. Prima di parlare di riforma pensionistica è cruciale che si faccia chiarezza sul mezzo miliardo che appartiene al fondo pensioni che è depositato nelle banche ma del quale abbiamo il dubbio che non ci sia più nulla. Il primo passo che deve fare il governo è darci la garanzia che questo nostro tarlo non sia fondato. Solo coì potremo aprire un canale di dialogo. Io capisco che questo governo abbia ereditato una situazione che non aveva determinato ma è certo che i problemi sono stati aggravati e che ne sono stati generati molti altri. Ora chi è tenuto a darci una risposta è chi attualmente è alla guida di un Paese che tempo qualche mese potrebbe fallire”.

Crede che da questo governo possano arrivare risposte e soluzioni?
“Non ci credo più dal momento che il governo ci ha piantati in asso su tutto. Non c’è stata mai alcuna condivisione, ci hanno sempre e solo chiamati per dirci ciò che avevano deciso per convincerci della bontà di determinate scelte. Quindi no, di questo governo non mi fido. Per questo abbiamo incontrato (ieri ndr) tutte le forze politiche per chieder loro un passo indietro, per cercare di riprendere pur se per i capelli, le sorti del nostro Paese. Per le condizioni in cui versa San Marino credo l’unica soluzione sia un governo di unità nazionale”.

Bruno Macina ha organizzato una manifestazione popolare, potrà dare un contributo, rappresentare un valore aggiunto?
“Io penso che due manifestazioni siano meglio di una, quindi ben venga purché non siano gilet gialli che in poco tempo sono diventati neri”.

Lei ha parlato di uno scenario inquietante legato ai fondi pensione depositati nelle nostre banche, cosa può dire della proposta avanzata di recente da Abs?
“Se parliamo della proposta di acquistare gli Npl con i soldi dei fondi pensione, ovviamente siamo contrari perché significherebbe non aver più alcuna speranza di riaverli indietro. Resta comunque da capire da chi sia arrivata realmente quella proposta perché mi sono giunte voci molto fondate che alcune banche non siano affatto d’accordo con tale proposta”.

Tornando alla riforma pensionistica, può darci qualche numero?
“Stiamo preparando delle simulazioni, per ora ho soltanto fatto qualche conto a matita, tanto è bastato per dire che è peggiorativa rispetto a quella precedente. Mancano tuttavia tanti elementi quante sono le x disseminate nel documento le quali danno la misura di come non si voglia aprire alcuna trattativa”.

 

Repubblica Sm