Continua senza sosta l’attività degli inquirenti che stanno indagando quella che è già stata definita la “tangentopoli sammarinese” scaturita dalla prima indagine sul “conto Mazzini” che ha aperto uno spaccato su una realtà di relazioni e comportamenti che abbracciavano la politica, il mondo imprenditoriale e bancario e che i magistrati definiscono di “illegalità diffusa”.
Nell’ambito dei vari filoni che si sono aperti, oltre all’indagine attorno alla ex Banca Commerciale Sammarinese e poi al gruppo Fin Project e che ha portato in carcere anche due ex segretari di Stato, Claudio Podeschi della Dc e Fiorenzo Stolfi del Psd, ce n’è uno che vede coinvolta anche Banca Centrale.
Un filone importante che riguarderebbe nello specifico la trattativa per la vendita di due licenze bancarie, quelle di Ecb e della Bcs, che è stata pure oggetto, l’11 settembre scorso, di una importante perquisizione proprio negli uffici di via del Voltone, a soli 3 giorni di distanza dall’arresto eccellente di Stolfi.
Poi da lì incominciarono ad essere svolti gli interrogatori, in qualità di persone informate dei fatti, dei vertici di Bcsm e degli ispettori di via del Voltone.
i primi a comparire davanti al pol di giudici guidati da Alberto Buriani, il presidente di Bcsm Renato Clarizia e il direttore generale Mario Giannini il 18 settembre scorso. Qualche giorno dopo, il 23 settembre, fu la volta degli ispettori ai vertici della vigilanza Ielpo e Vivoli.
Ieri infine un nuovo interrogatorio, quello dell’ex capo della vigilanza Antonio Gumina che attualmente è consulente della segreteria di Stato alle Finanze nel settore recupero crediti da parte delle banche.
Non è escluso che dopo anche quest’ultima audizione, gli inquirenti procedano con altre disposizioni e, terminato il Consiglio Grande e Generale, anche con l’ascolto di alcuni politici.
San Marino Oggi