San Marino. Tensione altissima attorno a Banca Cis

Tamagnini (Csdl): “Urge trovare una soluzione per banca Cis, istituto che ha una raccolta pari a 697 milioni di cui 103 del fondo pensioni. E’ di cile da credere che a due settimane dalla scadenza del blocco prorogato per il terzo mese consecutivo il governo non abbia nemmeno un’idea di come risolvere la situazione. Non c’è alcuna volontà di condividere le informazioni”.

C’era attesa per l’incontro di ieri tra governo, associazioni datoriali, associazioni di categoria e sindacati. Mentre però questi ultimi avevano chiesto un tavolo dove discutere di fondi pensionistici e relative garanzie, l’incontro organizzato dal governo ha acceso i fari su un altro argomento spinoso, quello degli Npl immobiliari delle banche in relazione al progetto presentato di recente da Abs.

Sentito al telefono il segretario della Csdl Giuliano Tamagnini ha detto: “è stato un incontro dove si è parlato di tutto il mondo fuorché di ciò di cui noi avevamo chiesto di parlare. Urge trovare una soluzione per banca Cis, istituto che ha una raccolta pari a 697 milioni di cui 103 del fondo pensioni. Non ci accontentiamo di sapere che magari verrà emanato un decreto per prorogare eventualmente i termini per trovare una soluzione. Alla domanda specifica se Cis verrà spacchettata e fatta acquisire ad un pool di banche sammarinesi o se c’è un acquirente, nessuno ha risposto dunque per me il tavolo finisce qui.

E’ difficile da credere che a due settimane dalla scadenza del blocco prorogato per il terzo mese consecutivo il governo non abbia nemmeno un’idea di come risolvere la situazione. Saremmo totalmente allo sbando. Per questo, per il fatto che ancora una volta si è toccata con mano la volontà di non condividere informazioni cruciali, dico che il discorso degli Npl non mi interessa, non è un problema che per il momento ci riguarda. Noi non parliamo di Npl delle banche prima che ci vengano date garanzie sui fondi e sulla loro messa in sicurezza”. Una posizione che Tamagnini aveva già espresso a chiare lettere.

Nessuna chiarezza invece in merito a banca Cis. “La voce che sta circolando, ma appunto per il momento ci sono solo voci, è che si stia valutando la trasformazione del credito di imposta in titoli di debito pubblico e dunque in moneta sonante. In questo caso banca Cis tornerebbe ad essere appetibile avendo 70milioni di credito di imposta (che derivano dalle passate acquisizioni). Ed è parecchio strano che una soluzione che nei vari report il Fmi aveva giudicato in maniera fortemente negativa sia diventata nell’ultimo report addirittura auspicabile”.

Nessuna risposta dunque è arrivata a dare un qualche conforto ai cittadini sempre meno fiduciosi nella solidità del sistema bancario. Ad affermarlo è stata Francesca Busignani presidente di Ucs che ha anche detto: “da tempo sostengo che le persone sono indotte a pensare in maniera negativa quando nessuno risponde alle domande”. Il fatto di continuare a rimandare una risposta è già una risposta. E non fa ben sperare. La RepubblicaSM