E’ una corsa a tre. Sul tavolo della Dc ci sono tre carte, per motivi diversi, tutte “pesanti”. Sul retro, il logo Pdcs, sul fronte tre immagini: Gianfranco Terenzi, Roberto Venturini e Lorella Stefanelli. Il primo salirebbe sul seggio più alto per la quarta volta, matricole invece gli altri due.
Il primo è stato in ballottaggio per la Reggenza in corso, la seconda è stata tra i papabili per via della possibilità di avere una coppia tutta rosa con Valeria Ciavatta.
Ma torniamo al prossimo Reggente (la scelta ufficiale a metà settembre). Condizione sine qua non che il prescelto dovrà dimettersi da consigliere. Un decisione, questa tutta democristiana, poiché non è prevista da alcuna normativa. Infatti l’uscita dall’Aula del nuovo Reggente, aprirebbe le porte al ritorno di Alessandro Scarano che si dimise anni addietro per motivi personali.
Dunque Terenzi in pole per la conquista, gratificante, del quarto mandato dopo un quarantennio di vita politica attiva (entrò in Consiglio il 22 maggio del 1978) e tante altre soddisfazioni raccolte strada facendo con diversi riconoscimenti. Se l’ipotesi Scarano dovesse essere approvata dalla direzione Dc più difficile che il dottor Roberto Venturini accetti l’uscita a metà della sua prima legislatura in cambio di un Reggenza. Ancora più complessa la rinuncia all’Aula di Lorella Stefanelli: la sua nomina a componente della commissione consiliare di inchiesta relativa alla vicenda Sopaf, infatti, complicherebbe la vita alla commissione stessa.
Quindi, alla fine, Gianfranco Terenzi, il consigliere più anziano per anni di servizio, si sacrificherà lasciando il posto ad un giovane.
Anche questo è rinnovamento in casa Pdcs, da aprile 2015.
In casa Psd quattro le candidature: Stefano Macina, Francesco Morganti, Andrea Belluzzi, Vladimiro Selva e Guerrino Zanotti; tutti alla prima esperienza.
La Tribuna