Nuovo colpo di scena ieri a distanza di poche ore dall’inizio della seduta del consiglio grande e generale. A tenere concentrati 32 consiglieri di maggioranza non sono i problemi del Paese ma è ancora la partita legata all’accesso dei verbali della commissione giustizia nonostante il diniego dell’ufficio di presidenza prima e del consiglio grande e generale poi. E dopo che tali verbali erano approdati nella redazione di un giornale che aveva cominciato a pubblicarne alcuni stralci salvo poi essere sequestrati dalla gendarmeria a seguito dell’esposto di due consiglieri della Repubblica. Non si può dunque dire che i 32 consiglieri di maggioranza non le abbiano provate davvero tutte pur di togliere il velo ai verbali della commissione giustizia. Né si sarebbero arresi alla logica della maggioranza qualificata visto che ieri è stata convocata una seduta urgente dell’ufficio di presidenza dove si è data comunicazione ai capogruppo che il ricorso al collegio dei Garanti di 32 consiglieri contro le decisioni prese da ufficio di presidenza e consiglio grande e generale è sfociato nell’ordinanza che fissa un’udienza pubblica il 21 gennaio alle 12,30 per prendere in esame questo tema. Il primo ricorso era stato presentato il 5 dicembre ma era stato ritenuto irricevibile mentre il secondo, presentato 2 giorni dopo, è stato considerato ammissibile con riserva. Fatti questi che hanno suscitato non poca inquietudine “Ora – ha detto il capogruppo di Rete Alessandro Cardelli – i 32 consiglieri firmatari devono prendersi le proprie responsabilità davanti ai sammarinesi. Anziché portare sul tavolo gli infiniti problemi del Paese continuiamo a gettare benzina sul fuoco. Con quali obiettivi? Perché è così importante divulgare questi verbali? Di chi si sta facendo il gioco? Il primo effetto è stato che l’emittente pubblica ha annunciato di denunciare l’ex magistrato dirigente. Si vuole forzare e creare confusione”? “Le decisioni che vengono messe in discussione – ha proseguito il collega di partito Pasquale Valentini – sono quelle prese da ufficio di presidenza e consiglio grande e generale, entrambi presieduti dalla Reggenza che in questo modo viene messa in discussione. Qui si vuole dimostrare a tutti i costi di aver preso una buona decisione allontanando l’ex magistrato dirigente. Avete detto che la sua era una verità a senso unico ma forse quella verità meritava almeno un approfondimento”. A pensarla allo stesso modo è il consigliere del Psd Iro Belluzzi “se non ci fosse stata alcuna riservatezza non si sarebbe dovuti passare da una decisione di udp e consiglio grande e generale”. Argomenti che oltre ad alimentare il livello dello scontro non fanno che allontanare i cittadini dalle cose che riguardano la politica. A darne la misura un aneddoto riportato in aula dal consigliere del Pdcs Teodoro Lonfernini: “salendo in aula un paio di concittadini mi hanno chiesto, cosa avete oggi? Ho risposto il bilancio. Ma no, mi hanno detto, se abbiamo appena sentito dalla diretta che siete ripartiti sui verbali? Ancora? Hanno commentato. Questo è distante anni luce da quel che vorrebbero sentire. Dovremmo dibattere di cose reali e vere che riguardano il Paese. A partire da come facciamo ripartire il nostro Paese sotto il profilo economico. Siamo invece di nuovo a quella guerra che si sta combattendo anche sopra le teste dei cittadini? Siamo ancora qua a discutere di fatti che ad oggi anche grazie ad azioni che sono state svolte, vedi denunce, dovrebbero riguardare solo ed esclusivamente altri organismi e cioè l’autorità giudiziaria. Ma voi minate con bombette la credibilità dell’autorità giudiziaria. Prepotenza attraverso la quale non concedete la piena libertà di esprimersi anche sotto il profilo della forma alle istituzioni che voi stessi rappresentate”. Durissimo il segretario del Pdcs Giancarlo Venturini: “sono mesi che si discute di questo argomento e si sta rasentando il ridicolo. Nella scorsa legislatura un odg stabilì il diniego a consiglieri che ne avevano fatto richiesta perché non presenti all’interno di quella commissione di accedere ai verbali. Chi oggi rivendica quel diritto aveva votato per il diniego”.
Repubblica Sm