San Marino. Truffa “poste pay”, anche sammarinesi contattati dai malviventi (di David Oddone)

Le truffe on-line stanno purtroppo dilagando e piano piano sono diventate una piaga sociale che è urgente contrastare.

Ora anche le Poste Italiane – ovviamente parte lesa – sono sotto attacco e chi opera con un conto on-line dovrebbe mantenere il proprio livello di guardia sempre alto. Anche sammarinesi sono stati contattati dai malviventi e indotti con l’inganno a fare operazioni a proprio danno e a favore dei truffatori.

Persone che si spacciano per operatori di Poste Italiane chiedono prima un indirizzo cui poter recapitare dei documenti e poi con la scusa di dover comunicare nuovi codici di sicurezza, carpiscono dati sensibili, compreso il pin.

Altra truffa che sta ritornando in questo periodo è quella legata alle vendite on-line con pagamento direttamente allo sportello bancomat, dove poi purtroppo chi dovrebbe ricevere determinate somme viene invece indotto a fare bonifici.

Ascoltando la testimonianza di chi è rimasto vittima delle truffe ci si chiede come mai non sia scattato un sentore di allarme e si sia invece caduti nel tranello.

Ormai dovrebbe essere chiaro che non vanno forniti codici o pin nemmeno a chi si spaccia per un operatore della banca o della propria carta. Alcune persone hanno raccontato di essere state assalite da numerosi dubbi perché tante erano le cose che non tornavano, poi però è difficile riconoscere di essere stati ingannati e si preferisce negare anche con se stessi.

Ben venga allora il corso rivolto ai pensionati che le tre Assoconsumatori hanno organizzato per il pomeriggio del 26 febbraio. Certamente si porrà così un argine alle truffe anche se statisticamente non sono solo gli anziani ad essere colpiti. I malviventi prendono di mira un po’ tutti i target contando sul fatto che la vita frenetica priva le persone della necessaria concentrazione. La tecnologia inoltre ci espone a numerosi rischi e il fatto che essa sia sempre più sofisticata non aiuta a distinguere ciò che è soltanto verosimile da ciò che invece è reale. Spesso siamo noi a mettere nelle mai del nostro nemico i dati di cui egli ha bisogno, disseminandoli sul web.

Nel dubbio impariamo a non fidarci di nessuno e soprattutto non riveliamo dati a chi li chiede facendoci credere di volerci solo aiutare.

Per comprendere quanto il pericolo sia reale, basti pensare che la procura della Repubblica di Reggio Emilia ha emesso di recente un avviso di conclusione di indagini preliminari a carico di una donna di 40 anni.

L’accusa, per lei e per altri 8 coindagati, è di concorso nel reato di truffa. Secondo gli inquirenti avrebbero risposto ad un annuncio online, fingendosi acquirenti e contattando telefonicamente l’inserzionista.

La malcapitata sarebbe stata indotta dagli indagati a recarsi presso uno sportello ATM convinta che lì avrebbe potuto ricevere i pagamenti. La vittima, una volta raggiunto lo sportello ATM, seguendo pedissequamente le indicazioni fornite telefonicamente dai truffatori, senza rendersene conto ha effettuato numerose operazioni di ricarica di postepay risultate poi essere intestate agli indagati.

Quando si è resa conto che qualcosa non andava e ha interrotto la sua azione allo sportello ATM, aveva già trasferito più di 3000 euro.

L’autodifesa e l’informazione restano così due armi infallibili. Chi truffa gioca sulle nostre paure e la nostra scarsa conoscenza degli strumenti che utilizziamo.

 

David Oddone

(La Serenissima)

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