San Marino. Turismo vaccinale, green pass, grandi eventi: il Titano butta il cuore oltre l’ostacolo … di Alberto Forcellini

I turisti del vaccino. A San Marino fioccano le prenotazioni negli alberghi che hanno aderito alla campagna. Gli aspiranti vaccinandi arrivano da Svizzera, Francia, Svezia, Dubai e Filippine. Riceveranno lo Sputnik. I primi, provenienti dalla Lettonia, hanno già ricevuto la prima dose.

Voucher vacanza, richieste di prenotazione già molto confortanti. Buona premessa per un’estate non solo mordi e fuggi, o condizionata dai ghiribizzi del meteo, come è sempre accaduto negli ultimi decenni. Giocano a favore non solo gli sconti sui pernottamenti, ma anche il turismo green sulla nuova sentieristica.

Grandi eventi. Annunciato un evento test, verso metà giugno, per dare un’opportunità di divertimento ai giovani. Che ha duplice valenza, oltre a quella sociale: ricreare opportunità di lavoro agli operatori dello spettacolo, tra le categorie più penalizzate dal Covid, e creare indotto per le altre categorie.

Le remore stanno nei rischi da contagio per l’assembramento di migliaia di persone, probabilmente non vaccinate, e il necessario tampone obbligatorio all’ingresso, che però potrebbe avere costi insostenibili. Stanno anche nella paura di episodi di violenza e vandalismo come quelli accaduti a Borgo Maggiore. Tant’è che ci sono già richieste affinché non vengano organizzati eventi di questa natura e di questa portata nei centri storici. Nel caso, la soluzione potrebbe essere abbastanza semplice, perché sul Titano ci sono tantissimi spazi all’aperto per organizzare grandi manifestazioni: Fonte dell’Ovo, la Baldasserona, il parco Laiala, il parco Ausa, eccetera.

Il green pass per la mobilità europea. Il Covid è per sua natura transfrontaliero e non guarda se i paesi sono aderenti UE. Quindi, l’argomento si estende al contrasto delle gravi minacce per la salute di tutti i cittadini. Nella proposta di regolamento della Commissione Europea è stato inserito un emendamento per permettere ai paesi terzi situati in territorio Ue, quindi anche a San Marino, di poter acquistare direttamente farmaci e vaccini. Riguardo allo Sputnik, San Marino si sta muovendo con grande fair play. Punta sul riconoscimento di fattori comuni, identificabili e verificabili, come la presenza di anticorpi, o un tampone negativo. Sul regolamento in lavorazione dalla UE, c’è già la proposta di inserimento di San Marino, Monaco, Andorra e Vaticano, in quanto paesi che già emettono un certificato vaccinale, purché ciò avvenga con un sistema interoperabile, come può essere un’app, ovvero un’applicazione mobile, che tutti conosciamo.

Libertà vaccinale. C’era un tempo in cui la gente faceva i vaccini senza sapere il perché, né quale farmaco venisse usato. Ma in questa maniera sono state debellate malattie invalidanti, o addirittura mortali, come: vaiolo, poliomielite, morbillo, epatite B, meningite, varicella, parotite, rosolia. Oggi per fortuna siamo tutti più informati e consapevoli dei diritti assegnati ad ogni cittadino. Pertanto, nessuno mette in dubbio l’importanza civica della libertà di scelta. Non ci sta il clima di odio creato da chi non è vaccinato e si sente discriminato, né il manicheismo di chi si è vaccinato ma ha paura di quelli che non lo sono. Soprattutto sarebbe necessario riconoscere l’immenso sforzo sanitario, organizzativo ed economico fatto dallo Stato e dalle sue istituzioni per contrastare una pandemia che ha fatto 90 morti e oltre 5 mila contagi, alcuni dei quali gravissimi.

Lo Sputnik. Se non ci fosse stato il siero russo, San Marino avrebbe ora circa 10 mila dosi Pfizer, quindi circa il 30 per cento di immunizzazioni: avrebbe ancora il coprifuoco, ristoranti aperti solo a pranzo, molte attività ancora chiuse, nessuna speranza di “sfangare” l’estate e, soprattutto, l’ospedale ancora pieno. Ce lo saremmo potuti permettere?

Eppure c’è ancora chi obietta: non è approvato EMA. A parte il fatto che Ema non è la Pizia, che interpretava l’oracolo di Delfi, e quindi non pronuncia nessuna verità rivelata, ma si avvale di responsi scientifici. I quali cambiano nel tempo, in base alle evidenze che si manifestano rispetto ad una malattia che fino ad un anno fa neanche si conosceva. Abbiamo assistito in questi mesi alle continue mutazioni di giudizio sulle percentuali di efficacia rispetto alle fasce di età, rispetto alle reazioni, o alla disponibilità di approvvigionamento. Si è appena saputo che, adesso, Pfizer può essere conservato fino a 31 giorni e non solo 5, com’è avvenuto finora. E chissà quanti altri nuovi responsi arriveranno, perfino l’approvazione dello Sputnik è attesa a breve.

La geopolitica vaccinale. La guerra dei vaccini è stata come una nuova edizione di “guerra fredda” fra nazioni e fra continenti, che ha rischiato letteralmente di schiacciare i piccoli Stati. San Marino è riuscito a muoversi in maniera egregia, puntando sull’interesse unico della salute della sua popolazione. Oggi, non solo è in cima alle classifiche delle immunizzazioni, ma ha la possibilità di vaccinare anche i non sammarinesi. Potrebbe essere non lontano anche il momento di vaccinare i frontalieri. Agendo con diplomazia, è riuscito ad inserirsi nelle liste della mobilità europea. Alla faccia della geopolitica.

Il successo, innegabile, ottenuto da San Marino rilanciato sui media internazionali, ha promosso un’immagine di positività e di efficienza, più potente di qualsiasi campagna promozionale. L’organizzazione messa a punto dalla Repubblica, fatte le debite proporzioni, è guardata con invidia anche dai grandi Stati. Ed è da queste basi che San Marino può guardare a costruire il suo futuro.

a/f