San Marino. Tv di Stato che prenderebbe “ordini dall’alto”, cronaca giudiziaria redatta da giornalista-imputato… E’ questa la qualità dell’informazione voluta con la “Riforma-Lonfernini”? … di Enrico Lazzari

“Clamoroso!!!”. Cosa, direte voi, può indurre il Partito Socialista, forza di maggioranza in seno a ciò che un tempo era la compatta (neppure tanto visti gli sviluppi) coalizione Npr, a utilizzare un così dirompente termine? Semplice: una scelta editoriale della San Marino RTV, la Televisione di Stato della Repubblica di San Marino, finanziata con soldi pubblici in funzione del suo delicato ruolo di servizio pubblico.

Era la norma, negli anni Novanta e nella prima metà degli anni Duemila, quando la professione giornalistica sul Titano era la mia attività principale, che ritualmente da un partito di opposizione partissero strali verso la Tv di Stato, accusata un giorno sì e un altro pure, di tradire la sua funzione di informazione pubblica, divenendo arma propagandistica al servizio della maggioranza. Succedeva e succederà in futuro, a prescindere dalla fondatezza o meno dell’accusa.

Ma mai mi era capitato di assistere ad un attacco alla Tv di Stato sammarinese da parte di una forza di maggioranza. Sarà che, ormai, sul Titano, una maggioranza sembra non esistere più da mesi, ma, oggi, ci troviamo anche di fronte a questa situazione politicamente quasi paradossale: il Partito Socialista si “scaglia” contro Rtv, accusandola, neppure troppo velatamente, di aver censurato una sua iniziativa pubblica perchè, in questa, “sono state individuate responsabilità politiche nel Segretario di Stato” alla Sanità, Roberto Ciavatta di Rete, per come “vanno molto male” le cose nel servizio sanitario?

Rtv ha ignorato l’iniziativa del PS perchè “è intervenuto qualcuno dall’alto che non gradisce?, si chiede “velenosamente” lo stesso partito. O l’ha ignorata perchè “il Partito Socialista ha chiesto l’allontanamento del Direttore Generale” Francesco “Bevere per l’incapacità dimostrata dal suo arrivo ad oggi…?”, rincara sempre il PS.

O, aggiungo io, la Tv di Stato non ha dedicato spazio all’iniziativa socialista per una scelta editoriale pienamente legittima o per un inconveniente tecnico che, dopo la scomparsa del Direttore Generale -in Rtv anche direttore editoriale e responsabile-, l’attuale Direttore “facente funzione” vorrà spiegare alla cittadinanza che paga tasse per quel servizio pubblico?

Ma, a proposito: chi è oggi -dopo la prematura e improvvisa scomparsa del Direttore Di Meo- il direttore “facente funzione” dell’informazione della Tv di Stato? Ho cercato sul web, sul sito ufficiale della San Marino RTV, ma non ho trovato questa informazione che, essendo obbligatoria per ogni giornale, logica vorrebbe che sia tale anche per una Tv pubblica. Addirittura, se la memoria non mi tradisce, l’assenza di questa informazione nella “gerenza” del quotidiano Serenissima, fu oggetto di una indagine giudiziaria suscitata dal “solito” esposto del Segretario di Stato Roberto Ciavatta, che non credo, comunque, voglia arrivare a tanto anche oggi.

Ma torniamo alla grave, gravissima accusa che il PS -ripeto: un partito di maggioranza!- ha lanciato pubblicamente e senza mezzi termini all’indirizzo della gestione editoriale della Televisione pubblica sammarinese. Perchè gravissima, vi chiederete… Perchè il tema non è la messa in onda o meno di un “reportage”, ma il ruolo di informazione imparziale che ogni servizio pubblico di informazione dovrebbe avere. E secondo quanto scrive il PS, Rtv sarebbe venuta meno a questo basilare dovere.

Indirettamente, con l’attacco dirompente e pubblico, il PS delegittima sia la Consulta per l’Informazione che L’Autorità Garante per la stessa Informazione, nonché l’intera impalcatura legislativa tesa a regolamentare e garantire la correttezza dell’informazione in Repubblica. In pratica, in un sol colpo, i socialisti hanno completamente delegittimato sia l’imparzialità della San Marino RTV -vedremo se a torto o a ragione-, sia l’efficacia della nuova “Legge-Lonfernini” appena varata, nonché delle disposizioni precedentemente in vigore.. O, perlomeno, andando più nello specifico, hanno dimostrato nei fatti di non riporre alcuna fiducia nel ruolo di Consulta e Autority.

Del resto, Consulta e Autorità Garante per l’Informazione, appaiono anche a me un poco distratti… Sarà che ora -grazie alla “Riforma-Lonfernini”- i membri della “vigilanza” sui media devono dedicare tempo a “vigilare” sulla qualità dell’informazione prodotta in mezzo mondo e diffusa via web, in siti e blog, su San Marino -per poi non è chiaro cosa fare in caso ritengano che qualcosa, magari redatto e pubblicato in Tanzania, non sia della “qualità” attesa, visto che la giurisdizione sammarinese si esaurisce al confine di Dogana, di Gualdicciolo, di Chiesanuova o della Cerbaiola-, ma sembrano non avere più tempo per vigilare su quella sammarinese prodotta in territorio e sulla quale avrebbero anche giurisdizione…

Così, ci troviamo con una Tv di Stato che -lo lascia intendere il PS, non io- definirebbe il palinsesto del suo Tg seguendo le indicazioni di “qualcuno dall’alto”, senza che -a cinque giorni dalla denuncia pubblica di ciò- gli organismi di controllo abbiano pubblicamente “battuto un colpo”, nonostante la gravità dell’accusa e l’autorevolezza della fonte. E ci troviamo, fra le altre, con la cronaca di una udienza giudiziaria, di una udienza di un processo, redatta e siglata su un importante organo di informazione sammarinese, in forma di cronaca e non di commento o opinione personale, da chi è coimputato in quello stesso processo, oltre che membro del Consiglio Direttivo della Consulta per l’Informazione (almeno ciò è quanto risulta dal portale ufficiale della stessa, ospitato sul dominio gov .sm).

Anche su questo fatto -a mio parere- meritevole di almeno un approfondimento da parte degli organismi di controllo sulla qualità dell’informazione e apparentemente in violazione -ma non sono un giurista, quindi considerate anche ciò una mia mera opinione personale- dell’art.13 (Incompatibilità), comma 6, del Codice Deontologico degli Operatori dell’Informazione, che recita: “Gli operatori dell’Informazione si impegnano a non svolgere altre attività che possano alterare la loro indipendenza di giudizio. In particolare si impegnano a non accettare e svolgere incarichi che possano limitare l’accuratezza, la correttezza e l’indipendenza delle informazioni che elaborano e delle valutazioni che esprimono”.

Non mi sembra un caso, quindi, che quella cronaca abbia registrato, già pochi istanti dopo la sua pubblicazione, le decise precisazioni di un teste, che in una nota (leggi qui) si è detto costretto a sottolineare “la tendenziosità e la faziosità della ricostruzione” fatta in quel preciso resoconto giornalistico dell’udienza. Ora, non sta certo a me valutare o giudicare la fondatezza dell’accusa, che secondo il teste Federico D’Addario, non riporterebbe correttamente le sue dichiarazioni: “…Non corrisponde al vero che io abbia mai cambiato versione dei fatti o abbia mai ritrattato, come emerge dalla ricostruzione” fatta da chi “nel medesimo procedimento” ha sia il ruolo di imputato sia quello “di giornalista”.

Ma non focalizziamoci troppo sulle accuse del teste, non sta a noi valutare -come ho raccomandato- la qualità di quella cronaca giudiziaria, peraltro fatta da un professionista, perdipiù laureato in legge. Focalizziamoci, invece, sull’apparenza -importante quanto la “sostanza”, in un settore delicato come quello dell’informazione- di imparzialità imposta da ogni codice deontologico, e chiediamoci… E chiediamo: per l’Autorità Garante per l’Informazione, per la relativa Consulta, può ledere la qualità dell’informazione, o violare l’art.13 comma 6 del Codice Deontologico degli operatori dell’informazione, il fatto che una cronaca giudiziaria venga redatta -in quanto cronaca, non in quanto opinione o commento- da chi sia sì giornalista abilitato, ma nel fatto al centro di quella sua stessa cronca, sia al contempo imputato e cronista, pur presunto innocente quale è al momento?

Ma, in fondo, la domanda che mi pongo dopo la durissima presa di posizione socialista verso la San Marino Rtv e alcune secondo me gravi distrazioni di cui ho paerlato, è principalmente una: ma l’Authority e la Consulta esistono davvero?

Enrico Lazzari

Enrico Lazzari