E’ trascorso esattamente un anno dalla pubblicazione del primo numero di Repubblica sm. Un anno in cui tantissimi lettori ci hanno dato fiducia confidando nella bontà del nostro lavoro che crediamo di aver ripagato con l’amore che nutriamo verso questo mestiere e con il desiderio di migliorare sempre, anche e soprattutto grazie al prezioso contributo di chi legge. La linea del giornale non è stata morbida, ne siamo ampiamente consapevoli. Tanti dei nostri articoli hanno creato una specie di bufera per il modo perentorio e diretto di esporre i fatti che ci caratterizza. E tuttavia anziché rimproverare alla cittadinanza l’inerzia verso i soprusi, abbiamo ritenuto doveroso battere sul chiodo dell’informazione, fare il possibile per offrire notizie oggettive e dare la possibilità a ciascuno di formarsi un’opinione critica alla quale ci ‘obbliga’ la nostra dignità di uomini. A questo governo non abbiamo fatto sconti non per partito preso o perché volessimo dividere il campo ma perché sin dall’inizio l’atteggiamento è stato quello di totale chiusura nei nostri confronti. Noi crediamo che chi non risponde alle domande abbia sempre qualcosa da nascondere. E se c’è una cosa che in questo anno abbiamo notato, è quanto poco questo governo abbia amato le nostre domande, tanto che, capita l’antifona, abbiamo smesso di chiedere. Però la stampa non può essere considerata un intruso, né si può decidere di inviare i comunicati a qualcuno e a qualcun altro no. Parlare ai cittadini per mezzo dei social non è la stessa cosa che rispondere alle domande di un giornalista, magari pensando in questo modo di sfuggire le risposte. Sono le domande a ben vedere il primo motore dell’informazione. E non sono soltanto i segretari e i consiglieri di maggioranza a non aver risposto alle nostre domande. Le porte restano aperte al dialogo essendo un giornale fisiologicamente incapace di non ascoltare. Ci piace guardare dentro alle cose ma anche dentro alle persone. E’ il nostro mestiere: dirigere il lettore nella zona in cui si prendono in esame i fatti.
Olga Mattioli (Repubblica Sm)
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