Una delle questioni più importanti e delicate del nostro Paese riguarda la sanità pubblica sulla quale le critiche e le lamentele non si contano. La aziendalizzazione e la politicizzazione dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, il clientelismo e le insufficienze gestionali hanno determinato una spinta verso il privato. Cosicché i cittadini pagano le tasse per sostenere la sanità pubblica e pagano di nuovo per ottenere la prestazione privata. Pagano due volte.
Ora, è evidente che la spesa per la salute è destinata ad aumentare per il graduale allungamento della vita e pertanto va resa sostenibile.
Si può aumentare la spesa pubblica a debito, ma ciò porta al disastro.
Si può varare una stretta fiscale progressiva, ma ad essa devono corrispondere prestazioni eccellenti.
Si possono ridefinire gli obiettivi del Piano Sanitario monitorandoli di continuo.
Si può frenare la tendenza alla privatizzazione in atto da molti anni, riorganizzando completamente il settore.
Si possono definire i livelli di appropriatezza delle prestazioni.
Infine, come dice l’OCSE, si possono impostare “politiche più sane” nel senso che se il governo mantiene più sani i cittadini con un serio progetto di prevenzione, la spesa cala. Ma di questo nessuno si occupa.
Sento solo lamentele e chiacchiere.
Emilio Della Balda