San Marino. Valentini (Dc) a Repubblica Sm: “Giù le mani dalle istituzioni”

Il Pdcs è stato uno di quei partiti saliti dalla Reggenza per denunciare un clima non congruo ad una campagna elettorale. E non si può certo dire che in linea con i suoi valori la Dc non abbia usato toni più che urbani concentrando la propria attenzione solamente sulle cose da fare e dunque su un confronto basato sui programmi. La misura però è davvero colma e più e più volte uno degli esponenti della Dc, Pasquale Valentini è tornato a battere il chiodo del rispetto “affinché i cittadini possano scegliere liberamente da chi farsi governare”. Abbiamo sentito Valentini per domandargli conto dell’incontro con il console americano della scorsa settimana, approfittando poi per ampliare il raggio della conversazione.

Come è andato l’incontro con il console americano?
“E’ stato un incontro di circostanza dove inevitabilmente si è manifestata una preoccupazione generale. Non si è fatto però riferimento a nessuno, si tratta di diplomatici molto rispettosi e discreti, abituati a non fare nomi. Il messaggio che è arrivato molto chiaramente è soltanto quello che siamo seguiti, che da fuori si è molto attenti, che ci sono osservatori, che certe scelte non passano dunque inosservate”.

La settimana scorsa il segretario Guidi assieme ad Antonio Kaulard è stata a Londra per un incontro presso la Bers. Si è trattato di una visita opportuna se si conta l’ordinaria amministrazione?
“Mi chiedo che senso abbia in questo momento, specie con un governo in ordinaria amministrazione dove i membri sono addirittura in coalizioni diverse. Rimango sempre molto perplesso di questo modo di trattare le regole del sistema democratico. Quando si è in campagna elettorale il governo non può prendere decisioni di ordine politico importante che hanno bisogno del vaglio del Consiglio. A questo si dovrebbe attenere, a meno che non si pensi che il bene del Paese possa prescindere dai percorsi democratici”.

Venendo invece al tema della giustizia, c’è una delibera che è stata definita della vergogna. E’ al corrente sei suoi contenuti?
“La ritengo una forzatura pesante perché si tratta di fatto di una delibera contro la Reggenza, non si capisce nemmeno per dimostrare cosa, il risultato è alimentare ancora un conflitto tra poteri. Ancora più dei contenuti ritengo grave il fatto di trattare le istituzioni in questo modo. Se non abbiamo più quel punto di riferimento, non resta nulla. Quando si è in crisi o in una situazione come questa, con le elezioni imminenti, non si possono forzare le mani. Pensare di interpellare il Collegio Garante sull’attribuzione delle competenze significa voler intervenire sull’impalcatura stessa delle istituzioni. Poi è anche accaduto che il Collegio Garante viene chiamato per una cosa e risponde con un’altra aprendo problemi più grandi. Non entro nel merito, sono perplesso, il Collegio Garante deve essere un organo di stabilità, non uno che crea confusione, quando si pronuncia deve pronunciarsi per la chiarezza delle istituzioni”.

Repubblica Sm