San Marino. Vogliono silurare il Giudice? Timori fortissimi sul destino del Caso Titoli, che fine farà? Articolo completo

Il dibattito sulla giustizia ieri ha occupato l’aula consiliare anche durante la seduta notturna. Ufficialmente si sarebbe dovuto parlare delle tre relazioni sulla giustizia rispettivamente degli anni 2015-2016-2017 e del reclutamento di un nuovo commissario della legge. In realtà – ma non abbiamo al momento in cui andiamo in stampa contezza dell’esito – alcuni consiglieri di minoranza hanno anticipato come il dibattito sia stato pilotato verso l’assunzione di un dispositivo per colpire il magistrato che sta portando avanti l’inchiesta sul caso titoli. Lo ha evidenziato in apertura di dibattito il capogruppo del Ps Alessandro Mancini: “faccio alcune considerazioni di carattere squisitamente politico – ha detto rivolgendosi al segretario Renzi – lei aveva due modi per affrontare questo dibattito, ha scelto quello più semplice, il silenzio. Più interessanti sono stati gli interventi della pattuglia acrobatica dei consiglieri di Ap che hanno fatto due interventi non sapendo nemmeno quello che dicevano, leggevano il compitino e non avevano la coscienza che con quegli interventi si andavano a schiantare contro un muro. Questo mette in evidenza e anticipa i contenuti di un dispositivo che la maggioranza vorrà mettere in votazione in quest’aula. Tutti i problemi della giustizia sono legati a un carico di arretrati di un magistrato inquirente? Molto chiaro sarà il dispositivo finale che verrà posto in votazione a fine serata”. La stessa analisi è stata portata avanti dal consigliere del Pdcs Francesco Mussoni: “il tema deve essere posto in termini costruttivi, non punitivi. Ci vuole una visione di insieme su una possibile soluzione che però non può essere ad personam. Certo che deve essere garantita maggior velocità alla giustizia, si tratta di un problema annoso, ma il dibattito non deve essere strumentale. Dal dibattito devono nascere proposte ragionevoli e non sentenze”. Più esplicito l’intervento del consigliere di Rete Marianna Bucci: “Io non devo difendere nessun magistrato. Ho però il timore e mi auguro che l’impostazione di questo dibattito non risponda alla volontà di togliere dalle sue mani il fascicolo sul caso titoli, magari lo si alleggerisca rispetto ad altri fascicoli, si prendano tutti i provvedimenti. Ma non gli si tolga questo fascicolo perché fa emergere infiltrazioni malavitose e un passaggio di consegne in questo momento sarebbe un segnale infausto e la conferma di timori su tutta una serie di ombre pesanti. Gli interventi di una parte della maggioranza si concentrano in maniera strategicamente funzionale solo su un aspetto specifico per giustificare un’azione che c’è il timore venga intrapresa. Ci sono tante altre urgenze che riguardano il Tribunale e che sono ad oggi lettera morta. Di certo il problema degli arretrati c’è (risale al 2010) e va risolto ma l’approccio quantitativo non può essere l’unico”. Molto analitico anche l’intervento del consigliere del Pdcs Marco Gatti che ha voluto sottolineare l’incongruenza di alcuni dati riportati all’interno della relazione sullo stato della giustizia firmata dal compianto magistrato dirigente Ferroni. “Leggendo la relazione mi sono convinto sia solo una bozza, altrimenti non si spiega il perché alcuni elementi sono riportati in maniera parziale. La cosa che salta immediatamente agli occhi è il fatto che al commissario della legge Morsiani siano stati assegnati 316 fascicoli su 585 totali, sembrano tantissimi, qual è la spiegazione? Un’altra cosa particolare che magari addetti ai lavori conoscono, sempre su Morsiani è stata fatta un’analisi che emerge da Aret che calcola le prescrizioni (solo su di lui è stata fatta questa analisi). Chi è addetto ai lavori sa che Aret non è attendibile perché assegna dei termini per la prescrizione che possono variare per tante ragioni, se diventa reato più grave la prescrizione si allunga, cambia per rogatorie, cambia perché possono essere fatte delle ricusazioni. Il dato non è attendibile. Perché è stato riportato solo di lui? So che nell’ambito delle chiacchierate che si fanno con i colleghi avvocati, ci sono diverse lamentele per cui si archivia con carenza di motivazioni per non rientrare nella prescrizione e questo non denota un buono stato della giustizia. E’ segnalato l’abuso delle rogatorie, siccome interrompe il termine di prescrizione, il giudice lento lo fa. Secondo me su queste questioni andrebbe fatta una analisi più approfondita. Io non voglio pensare male, penso che la relazione non sia stata completata. I dati vanno resi leggibili nella stessa maniera”. Infine il segretario del Pdcs Gian Carlo Venturini ha detto: “il Segretario Renzi ha parlato di tutto tranne che delle problematiche sulla giustizia evidenziate nelle relazioni, non ha per esempio parlato di proposte per risolvere criticità. Sull’arretrato non si può fare solo una disamina numerica. E poi non si capisce perché non si parli dell’arretrato nel civile ma solo di quello che riguarda il penale. Non può essere usato il dato grezzo di Aret per fare una analisi veritiera. Ogni prescrizione è un danno allo stato di diritto ma non si possono usare i dati che ci fanno comodo e che sono strumentali”.

Repubblica Sm