Spero che non sia vero, perché altrimenti sarebbe stato vano aver fatto il PSS
Erik Casali è noto per i suoi midi spicci e sinceri. E’ uno che non la manda a dire. A nessuno. E questa faccenda del voto di scambio, che colpisce in pieno petto il suo partito, proprio non gli va giù.
Si è iscritto nel 1999, il giorno dopo che si aprì la crisi di governo. Il PSS fu mandato all’opposizione e fu rimpiazzato dall’ex partito comunista a fianco della DC. Da allora Erik Casali ha fatto ben quattro campagne elettorali, ma non è mai andato su.
“Già. Prendo sempre gli stessi voti, ma non bastano mai…”
Secondo lei, il voto di scambio c’è o no?
“Secondo me, c’è sempre stato. Io sono quello che nel 2006, insieme ad altri partiti, ho fatto una denuncia in tribunale. Vorrei sperare che nel partito socialista che abbiamo rifondato, queste cose non siano state fatte”.
Però la registrazione c’è, anche si cerca di ridurla ad una burla e si invoca la mistificazione. Tuttavia, la sensazione generale è che non si trattasse di uno scherzo. Lei si è mai accorto di niente dentro il suo partito?
“Voglio augurarmi che non sia vero perché per il mio partito sarebbe un danno enorme. Mi auguro di essere smentito”.
In che senso smentito? Non capisco…
“Preferirei che non ci sia niente di vero, in questo senso voglio dire. Che questi fatti non corrispondano alla verità. Altrimenti sarebbe stato vano aver fatto il partito socialista”.
Secondo lei è normale denunciare un video da parte dei diretti interessati?
“Non è normale niente. Ricordo che ben cinque forze politiche, nel 2006, hanno fatto una denuncia con fatti circostanziati e immagini, e la denuncia è stata archiviata. Non mi stupisco di niente. Neanche del fatto che in questa vicenda, nessun giornalista, tranne lei, ci abbiano chiamato”.
Sembra di cogliere un’azione piuttosto vasta e per niente velata che tende a smentire l’esistenza del voto di scambio. E’ un po’ inquietante, non trova?
“A tal proposito, forse qualcuno ricorderà che nel 1964 il voto per corrispondenza fu soppresso con decreto reggenziale perché furono trovati dei sacchi di posta con voti che non erano stati conteggiati. Da allora sono state tutte battaglie perse!”