Santarcangelo: il Festival diventa piazza della cultura e della resistenza contro il declassamento ministeriale. Appello del Sindaco Sacchetti

“La piazza del mondo del Festival di Santarcangelo capofila della protesta contro un governo che vuole oscurare e omologare la cultura”. Con queste parole, il sindaco Filippo Sacchetti ha lanciato un appello accorato e deciso durante il primo fine settimana della 55ª edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza, che si è aperto nei giorni scorsi e che oggi, giovedì 10 luglio, è entrato nel vivo della sua programmazione.

Filippo Sacchetti

Una piazza Ganganelli viva, gremita, attraversata da spettacoli, concerti, incontri e performance ospitate anche in luoghi insoliti e spazi da rigenerare, a trasformare l’intera città in un teatro a cielo aperto. Un Festival che non solo mantiene intatta la sua vocazione multidisciplinare e sperimentale, ma che quest’anno si fa anche luogo simbolico di resistenza culturale.

Dagli artisti, dagli spettacoli straordinari di questi giorni e dal pubblico, la miglior risposta al declassamento – ha affermato Sacchetti – noi amministratori pronti a resistere tutti insieme. Uniamoci”.

Il sindaco ha puntato il dito contro le scelte del Governo e della Commissione ministeriale, che avrebbero ridotto il valore attribuito a criteri come innovazione, rischio culturale e internazionalità nel sistema di assegnazione dei contributi ministeriali, privilegiando invece parametri legati alla mera redditività. Secondo Sacchetti, si tratta di una visione miope che penalizza festival e teatri votati alla ricerca e alla sperimentazione, tra cui proprio Santarcangelo.

È il pensiero unico a essere premiato, chi mette in cartellone i volti noti della tv. Mentre realtà come il nostro Festival, il ‘MicroMacro’ di Parma, ‘Quinta Parete’, ‘ErosAnteros’, La Pergola a Firenze, il Teatro Due di Parma o la Fondazione delle Arti Solares vengono declassate”.

Il sindaco ha ricordato l’assenza dei membri della Commissione e del presidente Marco Lepre, che – ha detto – “non sono venuti a spiegarsi a questa piazza”, e ha rilanciato la centralità di Santarcangelo nel coordinare una mobilitazione che ha già coinvolto numerosi amministratori, operatori e artisti a livello nazionale.

Accanto alla difesa del Festival, Sacchetti ha anche menzionato l’“assurda situazione” che riguarda Mutonia, altro patrimonio culturale indipendente della città, ritenendo entrambe le realtà espressioni fondamentali di una cultura viva, inclusiva, libera.

Non lasceremo passare sotto silenzio – ha dichiarato – la scelta di far pesare meno innovazione e rischio culturale a favore delle logiche commerciali. È così, mettendo il bavaglio al confronto, alla riflessione, all’analisi critica, che un secolo fa il fascismo fece breccia, non prima con la forza, ma introducendo e imponendo subdolamente un pensiero omologato”.

Sacchetti ha rivendicato con forza l’identità culturale dell’Emilia-Romagna, citando il lavoro congiunto della nuova classe dirigente regionale e l’asse politico che parte da Bologna, con Michele De Pascale, Gessica Allegni e Alice Parma, e arriva a Roma con l’onorevole Andrea Gnassi, autore di un’interrogazione parlamentare al ministro Giuli.

Sette assessori regionali alla cultura hanno scritto al Ministero, Gnassi ha interrogato il ministro. Continuiamo a sollecitare a tutti i livelli, resistiamo insieme, partendo dalla piazza del mondo di Santarcangelo e unendoci in tutta Italia”, ha concluso il sindaco.

Un intervento che si fa manifesto politico-culturale, nel cuore di un Festival che, a 55 anni dalla sua nascita, continua a interrogare il presente e a tracciare visioni per il futuro.