A Savarna, nel Ravennate, un’ostia consacrata trovata a terra nella chiesa di Santa Maria Assunta ha assunto una colorazione rosso sangue, suscitando tra i fedeli l’ipotesi di un miracolo eucaristico. Le analisi effettuate dall’Ausl presso i laboratori di Pievesestina non hanno identificato tracce di sangue umano o animale, ma hanno rilevato “materiale ematico commisto a granulociti”.
La Procura ha successivamente richiesto l’archiviazione del fascicolo aperto contro ignoti per “vilipendio di cose destinate al culto”. Tuttavia, un gruppo di parrocchiani, assistiti dall’avvocato Francesco Minutillo, ha presentato opposizione a questa decisione, sollevando dubbi sulla gestione e sulla trasparenza delle indagini.
I fedeli contestano la distruzione dei campioni dell’ostia dopo le analisi, avvenuta senza le cautele richieste dalla sua natura sacra, e lamentano una comunicazione insufficiente da parte della Diocesi e dell’Ausl. Inoltre, criticano la mancanza di coinvolgimento nelle fasi finali delle indagini, ritenendo che ciò abbia compromesso il principio del contraddittorio.
Questo episodio ha alimentato tensioni all’interno della comunità locale, con i fedeli che chiedono chiarezza e ulteriori approfondimenti sul presunto miracolo eucaristico. La vicenda evidenzia la complessità nel gestire eventi ritenuti soprannaturali e la necessità di equilibrio tra fede, scienza e procedimenti legali