Scontro sulle pensioni di reversibilità: ecco come potrebbero cambiare

POLETTIDa un lato c’è chi parla di unprovvedimento «infame» che ha l’obiettivo di «fare cassa» con la povera gente. Dall’altro il governo che, per bocca del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, parla di una polemica «totalmente infondata» mossa ad arte da chi è in cerca «di visibilità». Nonostante le rassicurazioni che arrivano dall’esecutivo, però, lepolemiche su un eventuale intervento sulle pensioni di reversibilità non si placa. E questo nonostante siano già passati alcuni giorni dal varo di un disegno di legge sul contrasto alla povertà.

La norma
Per capire cosa è successo, bisogna fare un passo indietro e tornare al 28 gennaio, giorno in cui si è riunito il Coniglio dei ministri. Si tratta della riunionein cui l’esecutivo ha nominato i nuovi viceministri e i sottosegretari. Contestualmente, è stato approvato anche un disegno di legge sul contrasto alla povertà che, tra le varie cose, prevede la razionalizzazione delle «prestazioni di natura assistenziale e previdenziale».

Le novità
Rispetto al passato (l’assegno di reversibilità da strumento previdenziale diventa assistenziale), il disegno di legge introduce il concetto di “universalismo selettivo” per l’accesso alle prestazione che, dopo l’entrata in vigore delle nuove norme, saranno agganciate ai parametri Isee. Ed è qui che si è scatenata la polemica perché, attualmente, l’entità dell’assegno di reversibilità è legata soprattutto al numero dei superstiti e, in maniera minore, al loro reddito. Se, come lascia intendere il comunicato del governo al termine del Consiglio dei ministri, le prestazioni saranno legate alla situazione economica complessiva, è probabile che la platea dei beneficiari delle pensioni di reversibilità possa ridursi. Non solo, collegando la pensione di reversibilità all’Isee, è prevedibile un taglio per tutti i nuovi assegni (quelli in essere non saranno toccati). (…) Il Secolo XIX

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