Dall’Italia nuove sullo scudo: in Camera si parla di proroga.
La scadenza del termine ultimo per regolarizzazioni e rimpatri dall’estero slitterebbero dal 15 dicembre 2009 al 30 giugno 2010.
Alcuni senatori italiani della maggioranza, tra cui lo stesso Salvo Fleres promotore del restringimento delle tempistiche dello scudo da aprile 2010 a dicembre 2009, hanno proposto un emendamento al testo della Finanziaria per il 2010 che vada a dilatare i limiti di tempo della sanatoria.
Tuttavia la proroga si riferirebbe, per ora, solo “alle operazioni scaturenti dalla vendita o dalla cessazione di beni immobili o cessazioni azionarie”. Se ne deduce che rimarrebbero escluse tutte le altre attività finanziarie e patrimoniali.
Per questo è facile immaginare che la posticipazione della scadenza dello scudo venga estesa in toto a tutti i beni oggetto di emersione.
Il motivo della proposta del rinvio a giugno non è stato chiarito. Due banali spiegazioni sono certamente deducibili: la poca chiarezza della normativa, che dal momento della sua entrata in auge ancora non aveva definito quei dettagli tuttora poco comprensibili, avrebbe fatto ritardare le mosse dei primi scudanti; in secondo luogo parrebbe quasi che il governo abbia voluto mettere fretta per smuover le acque il prima possibile al fine di registrare i primi rimpatri nel bilancio 2009, per poi estenderlo e rinvigorire le sue casse anche nel primo semestre dell’anno venturo.
Intanto Tremonti inizia ad elargire le prime previsioni sul gettito dello scudo in Italia che millanta aggirarsi intorno ai 3-4 miliardi di euro. Il rientro medio di capitali è stato stimato a 800 mila euro e l’80% dei capitali riguarderebbe solo rimpatri escludendo le regolarizzazioni, praticamente quasi tutti provenienti dalla Svizzera che l’Italia continua a considerare ostinatamente paradiso fiscale.
ticinofinanza.ch, 6 novembre 2009