Alberto Cisterna, sostituto procuratore nazionale antimafia, dice: ‘’è proprio l’esonero dall’obbligo di effettuare le dovute segnalazioni antiriciclaggio da parte di banche, intermediari finanziari e professionisti ad accendere i dubbi sull’effettive esigenze dello Stato di rimpatriare capitali dall’estero.
Come è ben noto, la prerogativa delle organizzazioni criminali è, di fatto, il possesso di un’ingente liquidità. Il meccanismo diventa molto semplice: il denaro contante verrà portato, ovviamente attraverso un soggetto prestanome, ad un qualsiasi sportello di banca e il presunto cliente chiederà di aprire un conto corrente, dichiarando di voler rimpatriare tale somma proveniente dall’estero. Nonostante gli obblighi di segnalazione rimangano obbligatori per i reati legati alla criminalità organizzata il timore della Dia è che le banche alzino le spalle facendo finta di niente e soprassiedano alle regole imposte dalla legge 231 in materia di antiriciclaggio.
Seguendo tale congettura il rimpatrio sarebbe solo una scusa, anzi un vero e proprio alibi per legalizzare ciò che già è ben presente in Italia, ma che proprio legale non è’’
