Il sequestro rientra nell’indagine per cui l’ex presidente della Camera è indagato per concorso in riciclaggio. Per la Gdf, la vendita della casa a Montecarlo fu decisa da Fini “nella piena consapevolezza” delle condizioni concordate con Francesco Corallo e i Tulliani. I legali: “Impugneremo il provvedimento al Tribunale del Riesame”.
Sequestrato un milione di euro in polizze vita a Gianfranco Fini. Lo ha fatto il Gico della Guardia di Finanza su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Roma nell’ambito dell’inchiesta che vede l’ex presidente della Camera e tutti i parenti di sua moglie indagati per vari reati tra cui anche il riciclaggio per una serie di “affari” con il re dei videopoker Francesco Corallo. Pesantissimo commento su Facebook di Francesco Storace, oggi presidente del Movimento Nazionale per la Sovranità e già compagno di partito di Fini in Alleanza Nazionale, poi critico verso la svolta centrista del leader: “Se l’induzione al suicidio non fosse reato, suggerirei a Fini di spararsi. Diceva di essere un coglione. Forse qualcosa di peggio”. Allegata al messaggio, la foto di Giorgio Almirante, storico segretario del Movimento Sociale Italiano.
Appena pochi giorni fa, Repubblica aveva pubblicato le motivazioni con le quali il tribunale del Riesame della capitale aveva confermato il sequestro di una serie di beni ai Tulliani, Elisabetta (moglie dell’ex leader di An), Giancarlo (fratello) e Sergio (padre). I magistrati, nelle loro motivazioni scrivevano nero su bianco che Fini e la compagna “erano ben a conoscenza” della provenienza del denaro di Corallo. Ed è dello stesso avviso anche il giudice per le indagini preliminari Simonetta D’Alessandro che, in quasi cento pagine di provvedimento, ripercorre tutta la storia che ha portato al coinvolgimento dell’ex leader di Alleanza Nazionale.
Riprendendo alcuni stralci dell’interrogatorio di Fini davanti al procuratore aggiunto Michele Prestipino e al pubblico ministero Barbara Sargenti, il giudice chiosa: “Fini, negando tutte le contestazioni mosse ritiene che il suo coinvolgimento sia frutto della dichiarazioni false di Amedeo Laboccetta e delle millanterie di Giancarlo Tulliani nei confronti suoi e della sorella Elisabetta per accreditarsi con Francesco Corallo. Ebbene – continua il gip – si tratta di una negatoria del tutto inverosimile”.
Una storia che ha a che fare anche con la casa di Montecarlo, un immobile di Alleanza Nazionale, che per un giro immobiliare finì nella mani del cognato di Fini, Giancarlo Tulliani. Vicenda che segnò, di fatto, la fine politica di Fini.
Secondo gli inquirenti il sequestro di oggi trova fondamento nella “centralità progettuale e decisionale” assunta da Fini nella vicenda. Per gli investigatori della guardia di finanza, l’operazione di vendita dell’appartamento di Montecarlo, ceduto da Alleanza Nazionale alle società offshore Printemps e Timara, riconducibili a Giancarlo e Elisabetta Tulliani, fu realizzata “alle condizioni concordate con Francesco Corallo ed i Tulliani” e decisa da Gianfranco Fini “nella piena consapevolezza di tali condizioni”.
I legali dell’ex vicepremier ed ex ministro, Francesco Caroleo Grimaldi e Michele Sarno, hanno precisato che il provvedimento di sequestro, chiesto ed ottenuto dal pm Barbara Sargenti, “non è diretto in prima persona nei confronti di Giancarlo Fini”, ma che “sono state sequestrate le polizze intestate alle figlie sulla base dell’incapienza del patrimonio che doveva essere oggetto di sequestro nei confronti di Giancarlo Tulliani” e che verrà “impugnato al Tribunale del Riesame per riaffermare l’assoluta estraneità dell’onorevole ai fatti contestati”.
L’ex presidente della Camera in questi mesi si è sempre dichiarato innocente. Ha ripetuto più volte di non sapere quali affari i suoi parenti avessero messo in piedi con Corallo. Ha persino detto: “Magari sono un coglione, ma non un disonesto”. La procura di Roma, a quanto pare, è convinta di tutt’altro.