L’indagine sulle imprese del settore dei servizi ci restituisce la fotografia di operatori che sperimentano in maniera diversa una convulsa fase economica. Questo è quanto si evince dall’analisi congiunturale presentata nel mese di aprile dalla Camera di Commercio S.p.A., che ha preso in considerazione un campione rappresentativo di circa 400 aziende del territorio per testare l’impatto della crisi nel primo trimestre del 2009.
Un clima di fiducia attestato a 72.0 punti, quindi sostanzialmente in linea con i benchmark Italia e zona Euro che invece sono fermi a 67.6 e 75.9, all’interno di un intervallo da 0 a 200 in cui 100 segna la sufficienza.
“Non possiamo che continuare ad essere ottimisti, visto che il settore dei servizi è quello che più di altri ha manifestato un maggior livello di fiducia” commenta la Presidente della Camera di Commercio, Simona Michelotti.
Come per gli altri comparti produttivi, anche in questo caso tra i fattori considerati responsabili di limitare l’attività delle imprese ritroviamo la domanda insufficiente (48%) e i vincoli finanziari (19.2%), aspetti che nel complesso limitano i profitti e non incentivano i piani di investimento.
Questi ultimi continuano comunque a ricoprire una notevole importanza, infatti il 30% delle imprese ha dichiarato di averne pianificati nel breve-medio periodo, intendendo effettuare delle spese che per il 33.7% dei casi saranno destinate a sistemi informativi mentre per il 33.5% ad attività di comunicazione e di marketing. Non meno importante è inoltre la formazione del personale che il 31% ritiene di rilevante interesse. Domina anche per il settore dei servizi la scelta di finanziare gli investimenti con mezzi propri (76.8%), piuttosto che la richiesta di finanziamenti presso le banche, nei confronti delle quali il 27% delle imprese ha lamentato qualche criticità. Nonostante ciò gli imprenditori intervistati esprimono un giudizio più che soddisfacente (pari a 6.8 ) per i servizi bancari ricevuti.
