“Al congresso, dissi: autonomia e indipendenza non sono un vezzo corporativo; è così perché chi ha scritto la Costituzione si è formato sulla esperienza. Ci possono essere dei momenti storici in cui le maggioranze contingenti, che si reggono sul consenso popolare, per carità, possono mettere in crisi i diritti fondamentali».
E quindi, a quel punto, a suo insindacabile giudizio, “tocca alla magistratura difendere i diritti fondamentali”…..
Lo dice il Magistrato Musolino, segretario di Area, la corrente di sinistra della magistratura, erede di Magistratura Democratica.
Rispondendo, con arroganza, al Ministro della Difesa.
Il segretario dà ragione( inconsapevolmente) a Crosetto pensando di avere ragione. Ed è questa la cosa più incredibile. Non stanno tramando. Non è una trama, non è un complotto, non è tradimento, non è insurrezione, no!
No no è molto peggio. Molto peggio.
Loro sono proprio convinti che il loro ruolo sia quello di riequilibrare la volontà popolare.
Loro sono proprio convinti di essere un potere al di sopra dei poteri.
Loro sono proprio convinti di( dopo aver vinto un concorso, magari preparato in percorsi interni alle correnti politiche della Magistratura, come ha spiegato Palamara, senza mai essere smentito, o a Botteghe Oscure, come succedeva una volta) essere investiti di un ruolo istituzionale di controllo, superiore, politico, di “tutela dei diritti”.
Sopra le maggioranze parlamentari, anche sé queste ultime si reggono sul consenso popolare…per carità…concede.
Ma queste, i partiti, le maggioranze parlamentari, quindi i parlamenti, quindi i governi, sono passeggeri. Momentanei. Loro no. Loro sono perenni. E ci sono momenti in cui devono agire, reagire, per un interesse superiore. A tutela dei “diritti”.
Non a tutela di chi è vittima di un reato.
No queste sono quisquilie.
Loro sono più in alto. Più della volontà popolare.
Se una maggioranza sbaglia non sono gli elettori a doverla correggere con il voto, con la lotta politica e culturale, no, no. Ci pensano loro.
E’ un po’ quello che disse Borrelli, capo della Procura di Milano, durante Mani Pulite, dopo aver sventrato i partiti democratici: noi siamo pronti, disse, rivolgendosi al Capo dello Stato.
Siamo pronti a riempire un vuoto.
Creato da loro.
Che cultura è questa? Che cos’è, che sangue è, in quali vene scorre?
Che cos’è questa roba terrificante.
Quella che Sabino Cassese chiama: magistratura governante.
Quella che Angelo Panebianco chiama: Democratura.
E’ cultura totalitaria.
Si chiama totalitarismo.
E’ una visione moderna dell’autoritarismo totalitario.
Inconsapevole forse, ma è peggio. Molto peggio.
Perché quel sangue, di sembianze non chiare ai più, scorre nelle vene di altri inconsapevoli, in Parlamento, nei giornali, nei Talk, nelle piazze, ovunque.
E scorre nelle vene dei ragazzi che ignorano perché non ci sono più luoghi dove si può combattere l’ignoranza: partiti, corpi intermedi, scuole. Niente. Niente.
E la sinistra applaude!
Io che mi considero un riformista di centro, centro sinistra, socialista, provo disgusto.
Sergio Pizzolante