SINISTRA UNITA CRITICA IL CONTENUTO DELL’ACCORDO FIRMATO DLA GOVERNO

Il Governo sta dando una grossa enfasi alla firma degli Accordi avvenuta quest’oggi, seppure da parte italiana l’annuncio sia stato dato in tutta fretta e non sia salito nessun ministro sul Titano ma si sia delegato all’Ambasciatore l’atto della sigla, quasi a non volere dare troppo risalto all’evento.
La lettura degli accordi  invita però a riporre le coppe dello champagne.
Dopo il fitto mistero che è aleggiato su questi testi oggi il Paese può finalmente leggerli e comprendere come il buon vicinato con l’Italia sia del tutto tramontato.
Esiste solo un breve e vago passaggio per le prospettive del sistema finanziario sammarinese e nulla più, il resto sono rinunce, imposizioni di accettare normative europee e avviare il percorso della trasparenza. San Marino si deve impegnare su molti fronti, l’Italia mai!
Per mesi si è pervicacemente tenuto il Paese all’oscuro della trattativa in corso, rifiutando di coinvolgere adeguatamente le parti politiche e sociali con un’operazione di chiarezza che avrebbe potuto consapevolizzare tutti in merito ai rischi e alle opportunità, salvo un tardivo coinvolgimento dell’opposizione quando i giochi erano fatti e nella maggioranza non si reggeva più la tensione per una firma la cui mancanza nessuno riusciva più a giustificare.
Oggi finalmente tutto il Paese può valutare il lavoro del Governo: una resa che per altro non basta a mettere la parola «fine» alle ostilità italiane.
Al di là dell’ottimismo di facciata, all’appello manca ancora la firma sull’Accordo contro le doppie imposizioni così come non si intravedono soluzioni per una questione nodale quale quella dell’esterovestizione, che è stata ed è tuttora uno dei principali problemi aperti.
Siamo tutti ansiosi di verificare  se le imprese serie che operano a San Marino potranno riprendere a lavorare a testa alta senza essere considerate come evasori dal Fisco italiano; se cesseranno gli attacchi al nostro sistema economico da parte di settori ben interessati d’oltreconfine; se sarà risolta l’annosa questione dei lavoratori frontalieri; quale sarà la promozione che l’Italia farà del sistema San Marino; se troveremo ancora i confini circondati dalla Guardia di Finanza.
Attendiamo le verifiche che verranno di qui a breve anche perché ad oggi non ci sono contropartite adeguate. Un deficit, questo, che se non sarà sanato al più presto certificherà il fallimento del Patto per San Marino, una coalizione che è andata avanti a testa bassa per mesi mettendo in scena un grande bluff e che ora rivela tutta la sua inadeguatezza a gestire le questioni più importanti perché guidata da soggetti impreparati e da altri non più credibili che hanno deteriorato i rapporti con l’Italia a livelli mai raggiunti prima.
La sensazione è che alla fine di questo percorso rimarranno soltanto i cocci da rimettere insieme con il fondato sospetto che ancora una volta a pagare saranno i cittadini incolpevoli, dai lavoratori che devono ancora lottare per avere un contratto dignitoso, ai giovani che trovano sempre più incertezze sulla loro strada. E non certo per colpa loro.
Sinistra Unita è pronta per ricostruire il Paese rivitalizzando tutte le forze sane che in questi anni di sfrenato egoismo sono state lasciate in disparte a guardare crollare il sogno di una San Marino basata sulla cupidigia e il disprezzo delle regole.