Dalla gratitudine al segretario uscente Pasquale Valentini, al sostegno al candidato Marco Gatti; dagli inviti alla maggiore aggregazione politica alle critiche alla coalizione di maggioranza e ad alcune forze che la compongono. Ieri, nella prima giornata di dibattito del XVIII Congresso generale del Partito democratico cristiano sammarinese, è emerso nei delegati l’orgoglio di essere democristiani, rappresentanti di un partito che ha tutte le carte in regola per fare uscire San Marino da una crisi mai vista.
E non sono mancati gli interventi di critica. A partire da Ernesto Benedettini che, attaccando il tradimento degli Europopolari, ha evidenziato come “la Dc stia pagando a caro prezzo la lealtà” nei confronti del Patto. E sia dunque necessario rilanciare la sua azione. Oscar Mina è tornato sulle dimissioni da segretario di Stato delle Finanze di Gabriele Gatti, “un affronto politico molto forte che ha rimesso in discussione certe aggregazioni”. Ha invece sottolineato l’immobilismo dell’esecutivo nell’ultimo anno e la necessità di “una verifica interna al Patto”, Francesco Mussoni, facendo anche autocritica: “Non dobbiamo aver paura di dire che siamo stati un po’ deboli ultimamente, di dire che il nostro partito ha sacrificato dei propri uomini e la propria attività per senso di responsabilità nei confronti del Paese”. Mussoni ha poi messo in evidenza la necessità di concretizzare le aggregazioni politiche con Noi sammarinesi e Arengo e libertà, e di ricercare il dialogo con l’opposizione: “Sarebbe irresponsabile andare alle elezioni”, ma “oggi la maggioranza ha grossi problemi e numeri molto risicati, dobbiamo fare accordi politici sulla base dei contenuti, ragionando con chi ha una matrice socialista”.
Applauditi sono stati i numerosi interventi degli “under 30” e delle delegate che hanno preso parola nel dibattito, tanto che in serata Marino Manuzzi ha definito l’assise in corso “il congresso dei giovani e delle donne”. Sentito l’intervento di Daniela Marchetti che ha lodato le caratteristiche politiche e umane del segretario uscente Valentini, ammettendo di avere “lottato fino alla fine” sperando rimanesse alla guida del partito. “Ma accetto la tua decisione- ha detto rivolgendosi a lui dal palco- anche se non la condivido. Condivido invece la tua linea politica fatta di onestà e lavoro”. Il partito, ha aggiunto, è il “punto di riferimento per tutte le forze politiche, in grado di portare avanti qualsiasi azione”. Per questo, “dagli esiti del congresso devono venire le sue linee future”, in modo da usare “le energie in modo costruttivo e onesto, perché le scorciatoie non piacciono a nessuno, mentre la via della trasparenza e l’onestà è certamente più significativa”. Dello stesso avviso il “giovane” Davide Bartolini, che ha ricordato come il Pdcs sia uscito nel giro di un anno da una crisi interna, da quando “una copiosa fuoriuscita di iscritti” sembrava liquefare il partito. Ma poi “ha raccolto una grande coalizione, il Patto, e ha vinto le elezioni politiche”. Di tutto questo, “il merito è del segretario Pasquale Valentini- ha aggiunto- un grande uomo politico e una figura umana di spessore”, la cui “grande lezione ha fatto rinascere i giovani democristiani sammarinesi”.
