Sospensione di sessanta giorni per un avvocato di Forlì: utilizzò la parola “negro” per identificare un imputato di origine nigeriana

 

Un avvocato di Forlì, Francesco Minutillo, è stato sospeso per sessanta giorni dall’esercizio della professione a causa di una controversa annotazione su una cartella interna. L’episodio risale a febbraio 2020, quando Minutillo utilizzò la parola “negro” per identificare un imputato di origine nigeriana nel contesto di un processo in cui rappresentava due poliziotti aggrediti nel 2018 a Faenza.

In una nota, Minutillo ha espresso la sua indignazione per la decisione, sottolineando che l’annotazione era destinata esclusivamente all’uso interno del suo studio legale e non era parte di alcun documento ufficiale o comunicazione formale. Ha messo in evidenza che il termine era utilizzato per facilitare l’identificazione di una persona con un nome lungo e complesso, rigettando l’idea che questa fosse un’azione offensiva.

Il caso ha sollevato un acceso dibattito sul significato e sull’uso di termini ritenuti problematici, con alcuni esperti di linguistica e sociologia che hanno preso posizione sulla questione. Minutillo ha paragonato la sua situazione a quella di altre persone sanzionate per l’uso di parole ritenute inappropriate in contesti pubblici o sui social media, suggerendo che la questione si stia trasformando in una forma di censura ideologica.

La decisione di sospensione ha attirato l’attenzione non solo sui diritti professionali degli avvocati, ma anche sull’evoluzione del linguaggio e dei suoi significati all’interno della società contemporanea.