Spunta la “lettera” di Tiziano Renzi a Matteo: “Attento alla banda Bassotti”

I contenuti di quella che dovrebbe essere una lettera che Tiziano Renzi avrebbe indirizzato al figlio stanno balzando in queste ore sulle cronache. E nel testo, che però risalirebbe a cinque anni fa, vengono espressi giudizi anche su alcuni uomini considerati vicini a Matteo Renzi.

Stando alle notizie di agenzia si direbbe infatti che la missiva risalga al 2017 e che il genitore dell’ex premier l’abbia stilata soffermandosi pure su quello che ai tempi veniva definito “cerchio magico”.

“In questi anni ho avuto la netta percezione, la certezza, di essere considerato un ostacolo e comunque un fastidio. Come sai gli unici colloqui erano conditi di rimproveri”, avrebbbe premesso Tiziano Renzi. Vale la pena sottolineare come il documento in questione sarebbe stato sequestrato nel 2019 dalla Guardia di Finanza. Il testo, inoltre, farebbe parte degli atti del processo per bancarotta in svolgimento a Firenze. Lo stesso processo in cui il padre dell’ex premier risulta essere imputato.

Poi, come ripercorso dall’Ansa, il padre di Renzi si concentrerebbe su chi gli avrebbe domandato una sorta di pensionamento anticipato, ossia proprio il figlio: “Riguardo al tuo auspicio che vada in pensione – prosegue – devo con forza affermare che in pensione mi ci manda il buon Dio non te”. E ancora: “Questa vicenda – continuerebbe Tiziano Renzi – mi ha tolto la capacità di relazione. Tutti quello che hanno avuto rapporti con me sono stati attenzionati solo per questo fatto”. “Sono – aggiunge – come il re Mida della m.., concimo tutti, stanno interrogando tutti”.

Di seguito la parte più “politica” della presunta missiva: “Ora tu hai l’immunità, non esiste più il rischio che tramite me arrivino a te. Spero che inizi una nuova stagione di lotta per i valori che hanno animato la nostra vita”. E ancora: “Carrai non si deve mai più far vedere da me, uomo falso”. Poi Tiziano Renzi farebbe altri nomi: Bianchi, Bonifazi e Boschi verrebbero definiti “banda bassotti”. Nella missiva, in successione, si legge quanto segue: “…hanno lucrato senza ritegno dalla posizione di accoliti tuoi e io sono stato quello che è passato per ladro”.

Bisogna infine rimarcare come la difesa avesse domandato che questo testo – dice sempre l’Ansa – venisse esclusa dalle prove del procedimento.


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