
Nei giorni scorsi era circolata la voce secondo cui il governo avrebbe detto stop allo stato d’emergenza che scadrà il 31 luglio. Ma le indiscrezioni che stanno arrivando nelle ultime ore vanno nella direzione opposta. Il premier Mario Draghi starebbe infatti pensando di mantenere il “regime dei poteri” fino alla fine dell’anno, verosimilmente fino a dicembre. Un’ipotesi concreta tanto che, come riportato da Il Messaggero, fonti autorevoli vicine al presidente del Consiglio danno praticamente per “certa” – anzi “certissima” – la proroga dello stato di emergenza.
La motivazione va trovata nel fatto che “l’emergenza sanitaria a luglio non sarà finita, come è evidente“. Non solo: va considerato che andrà portata a termine la campagna di vaccinazione e andrà monitorata con estrema attenzione “la situazione che seguirà alle vacanze estive” perché andrà garantita “una ripartenza ordinata e sicura a settembre-ottobre“. I prossimi mesi saranno dunque “complicati” anche perché “c’è il rischio della varianti“.
Il “no” del centrodestra
La sua proposta va vista in un’ottica di prudenza: si potranno continuare a varare ulteriori Dpcm e inserire altre restrizioni qualora il quadro epidemiologico dovesse peggiorare. Soprattutto si mira a farsi trovare pronti per settembre, intervenendo con tempestività per garantire una ripartenza in sicurezza dell’anno scolastico. L’ipotesi di Draghi dovrà essere discussa prima in Consiglio dei ministri. Non è affatto da escludere che le forze di governo del centrodestra (Forza Italia e Lega) daranno parere contrario e saliranno sulle barricate per contrastare la proroga.
Proprio di recente Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali in quota Forza Italia, aveva spinto per lo stop allo stato di emergenza: “Non ne abbiamo ancora parlato, ma credo che i tempi siano maturi per chiudere la fase emergenziale e attrezzarsi con strumenti ordinari. La fine dello stato di emergenza sarebbe un bel segnale anche per il turismo“. Addirittura alcuni uffici legislativi avrebbero già iniziato a esplorare una norma ad hoc per permettere al Comitato tecnico-scientifico e al commissario straordinario Francesco Figliuolo di continuare a operare anche senza lo stato di emergenza.
La titubanza di Speranza
Anche Roberto Speranza – da sempre collocato nella fronda prudente e attendista – aveva aperto alla possibilità di eliminare lo stato di emergenza, pur riconoscendo che 45 giorni in tempi di pandemia rappresentano un arco di tempo davvero lungo per fare previsioni. “Sarebbe bello chiudere con lo stato di emergenza, dare un segnale positivo al Paese. Se così fosse, però, dovremmo individuare una strada normativa per prolungare l’attività del Cts e della struttura del commissario Figliuolo“, aveva dichiarato il ministro della Salute.
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