Stolfi: ”Serve un’iniziativa politica urgente e forte verso il governo italiano”

“Dovevamo firmare l’accordo nel 2006, ma non avvenne per colpa della Dc dell’allora segretario agli Esteri, di quello dell’Anis e di alcune banche” Uno sgarbo all’Italia che ora utilizza le maniere “cattive” al posto delle “buone”. Non le manda a dire l’ex segretario agli Esteri Fiorenzo Stolfi: (…) “La situazione è veramente pesante e da questione di pertinenza del mondo bancario e finanziario, sta estendendosi a tutto il sistema economico di San Marino che rischia fortemente di essere soffocato da questa iniziativa esagerata, abnorme di Banca d’Italia e della magistratura italiana”.

Cosa può fare San Marino? “Continuare gli incontri tecnici va bene e instaurare un dialogo operativo tra le banche centrali è giusto e necessario, ma quello che manca in questo quadro drammatico per la nostra economia è una iniziativa politica urgente e forte da parte del governo sammarinese nei confronti del governo italiano, che, se crede realmente a quello che ha sempre detto e cioè che i rapporti italo-sammarinesi devono continuare ad essere improntati all’insegna dell’amicizia e del buon vicinato, deve scendere in campo e fermare quello che ormai è chiaro agli occhi di tutti: un attacco a tappeto al sistema economico sammarinese”.

Come mai si è arrivati a questo punto? “È ormai chiaro agli addetti ai lavori della politica e dell’economia, ma non solo, che la madre di tutte le negligenze sia stata la mancata firma dell’accordo di cooperazione nel gennaio 2006: è stato un colpo decisivo alla credibilità di San Marino. In Italia quello sgarbo che veniva ad aggiungersi ad altre manchevolezze della politica estera sammarinese, ha fatto maturare la convinzione che con le buone San Marino non si sarebbe mai indotto ad accordi seri ed efficaci ed oggi infatti l’Italia è passata alle cattive. Quindi la Democrazia cristiana in primis, ma anche il segretario degli Esteri di allora, Alleanza popolare che era all’opposizione, il segretario generale dell’Anis e anche esponenti autorevoli del mondo bancario sammarinese hanno impedito che si firmasse un accordo che avrebbe elevato i rapporti italo sammarinesi a livello di cooperazione, che avrebbe fatto maturare la credibilità del nostro Paese e che ci avrebbe evitato la ‘guerra preventiva’ di questi giorni che vuole fiaccare le resistenze interne alla collaborazione e alla trasparenza”. (…)

Lei cosa farebbe in questa fase? “Farei quello che il mio partito, il Psd, e l’intera coalizione ‘Riforme e Libertà’ ha proposto e chiesto a gran voce nell’ultimo Consiglio: una iniziativa diplomatica forte verso l’Italia per avere un vertice politico tra i due stati. Accanto agli incontri tecnici occorrono assolutamente incontri politici che non ci sono stati, non ci sono e non ci saranno visto che l’interlocutore del nostro segretario delle Finanze non lo vuole vedere. E questo non è un problema da poco. Non essendoci dialogo politico i problemi non si risolvono: mi risulta che l’unica iniziativa del nostro governo sia quella di elemosinare dal ministro dell’Economia un nome per la presidenza della Banca Centrale. Mi sembra un atteggiamento squalificante e assolutamente inadeguato alla situazione, ci vuole dignità e orgoglio. Ci hanno scavalcato in questo gli stessi parlamentari italiani che hanno preso le difese di San Marino. Quello che non è stato capace di fare il nostro governo per difendere San Marino lo hanno fatto i parlamentari Italiani. Quindi ringraziamo questi ultimi e rimproveriamo il governo e lo invitiamo a darsi una mossa”. (…)

Ma nel concreto quali sono le vostre proposte? “Noi vogliamo che non ci siano svendite della nostra sovranità, che si facciano funzionare il Clo e la Fiu per controllare adeguatamente le attività economiche sammarinesi e per dare agli altri paesi la necessaria collaborazione amministrativa. Che si porti l’Italia ad un tavolo negoziale, che si adottino le misure europee per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, che si perfezioni l’accordo di cooperazione economica nei termini che – anche in questi giorni il senatore Mario Baldassarri, presidente della Commissione finanze del Senato italiano ha ribadito – e cioè un accordo di reciproco vantaggio e che faccia emergere che San Marino per l’Italia ‘rappresenta un’opportunità, non un problema’”.  

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