
Intanto, però, i rapporti con le istituzioni bancarie italiane sono difficili. “La situazione è molto complessa e per certi aspetti confusa e si interseca con la situazione politica nella Repubblica di San Marino, con il nuovo governo che ha ereditato una situazione grave”, ammette il segretario di Stato. Il problema contingente, quello di assicurare l’operatività nel sistema dei pagamenti italiano nei prossimi mesi “non è di piccola entità”, perché “l’adozione dei controlli rafforzati”, e soprattutto “il caos che potrebbe regnare nei prossimi mesi”, rischiano di “strozzare l’economia di uno Stato sovrano”. E’ necessario, sostiene Gatti, “trovare una soluzione tecnica temporanea”, per cui è all’opera un gruppo di lavoro misto Associazione bancaria sammarinese e Abi. “Abbiamo bisogno di risposte concrete”, scandisce il segretario di Stato, esprimendo “una preoccupazione estrema”. In estrema sintesi, il governo di San Marino “lavora incessantemente per far vedere che ha voltato pagina” ma, conclude Gatti, il governo italiano, la Banca d’Italia e l’Abi “devono concorrere per trovare soluzioni possibili”.
Dal canto suo il direttore generale della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, Luca Simoni, denuncia che le banche sammarinesi hanno “grandissime difficolta’” ad assicurare l’operatività nei rapporti con quelle italiane. Interpellato dall’ADNKRONOS, spiega che, dopo la stretta imposta da Bankitalia e Abi, “l’operatività è molto condizionata” perché il sistema bancario italiano “si muove in maniera scoordinata”. Nell’ultima riunione con l’Abi, riferisce, “sono stati raggiunti accordi per gestire al meglio la situazione” ma “ieri sera sono arrivati due fax dall’Istituto centrale delle banche popolari e dall’Iccrea che ci bloccano l’operatività a partire rispettivamente dal 20 febbraio e dal 2 marzo”.
Nei difficili rapporti tra le due parti, puntualizza Simoni, “va separato l’aspetto dell’antiriclaggio da quello valutario“. Sul primo fronte, l’esclusione di San Marino dalla white list della Commissione Ue “comporta la necessità di effettuare una adeguata verifica dell’ordinante dal lato Italia e noi abbiamo dato in sede Abi la disponibilità a fornire i dati necessari per una buona esecuzione dell’operazione”. Il problema, però, è che “in Italia non esiste ancora un comportamento unico sulle modalità e i documenti da richiedere”. San Marino, ricorda Simoni, “ha approvato una legge antiriciclaggio molto più dettagliata, con regolamenti attuativi entrati in vigore tra metà ottobre e novembre”. Ora Moneyval attende che la normativa “abbia un curriculum sufficiente” per consentire la riammissione nella white list. Per quanto riguarda l’aspetto valutario, con le nuove norme che assimilano le banche sammarinesi a quelle extra Ue, “non viene data piena efficacia alla convenzione italo-sammarinese del ’91 che istituisce un’area valutaria unica e si impedisce di utilizzare la rete interbancaria italiana, come avvenuto finora”. In sostanza, la Banca d’Italia “impone l’attribuzione di codici” che fanno di San Marino uno stato extra Ue.
Secondo Giancarlo Mazzuca (Pdl) la Repubblica di San Marino “deve rimanere un alleato provilegiato” dell’Italia. Altrimenti, sarebbero “inevitabili le ripercussioni per le economie di Marche ed Emilia Romagna”. Mazzucca, interpellato dall’ADNKRONOS, annuncia la mobilitazione di parlamentari di centrodestra e centrosinistra per “sostenere le istanze” di San Marino nella controversia sulle norme antiriclaggio e valutarie, “di natura tecnica e non politica”, che vede da una parte le banche sammarinesi e dall’altra l’Abi e la Banca d’italia.