ll Segretario Mularoni non finisce mai di sorprenderci per la continua dose di improvvisazione che mette in politica estera. Se poi consideriamo che anche la diplomazia non sembra esserle di casa, possiamo allora ben capire come mai il dialogo con l’Italia sia su un binario morto. Le misure che il Governo ha recentemente annunciato in materia di trasparenza ed in particolare quelle in tema di anonimato societario, rogatorie, introduzione di nuovi reati finanziari, non sono altro che la doverosa correzione al cosiddetto “pacchetto Moneyval” approvato in pompa magna nemmeno un anno fa. Sinistra Unita, pur votando a favore di quei provvedimenti ritenuti indispensabili, non mancò di fare notare diverse incongruenze, sottolineando come non si aveva avuto il coraggio di andare fino in fondo sulla strada della trasparenza, mantenendo ancora diverse zone d’ombra che potevano creare nuovi problemi. Come infatti si è verificato!
Questo Governo, dunque, non è stato nemmeno in grado di trascrivere le regole internazionali inserendole nella normativa sammarinese. Tanto è vero che oggi è costretto agli “esami di riparazione” se è vero che i nostri Segretari di Stato andranno a Roma a sottoporre il loro compitino sulla riforma fiscale al giudizio dei professori del Ministero dell’Economia. Per la prima volta quindi una legge importantissima come quella tributaria sarà dettata materialmente dall’Italia! Sarebbe questo il concetto di sovranità che il Governo intende portare avanti? Se è così allora significa che gli accordi capestro come quelli che il Governo continua a tenere secretati sono solo la punta dell’iceberg.
In ogni caso quello che il Segretario Mularoni non riesce a realizzare è che, al di là del problema oggettivo rappresentato dal collega Gatti, la cui presenza è diventata imbarazzante per lo stesso Segretario agli Esteri, è il Governo nel suo insieme che non riesce ad essere credibile.
Oltre alle riforme da poco approvate e già da rivedere, non va dimenticato che nella scorsa legislatura l’attuale maggioranza, ad eccezione di AP (ma tanto il Segretario non c’era… come ama ripetere ad ogni occasione), si oppose in blocco a quei provvedimenti come la legge antiriciclaggio, l’Agenzia AIF, l’Ufficio di Vigilanza sulle attività economiche, il CLO ecc. che oggi rappresentano l’ultima spiaggia per il rilancio della nostra immagine compromessa da anni di occhi chiusi.
Pesano poi come macigni le pressioni sui dirigenti di Banca Centrale e lo scandaloso azzeramento della Vigilanza nel momento in cui servivano rigore e controlli (soprattutto sugli “intoccabili”). Questi comportamenti, attuati da Gatti ma condivisi dal resto dell’Esecutivo, non sfuggono certo ai nostri vicini italiani per i quali sono rappresentativi delle reali intenzioni del Governo sammarinese che a parole dice di volere la trasparenza ma, nei fatti, continua a reggere la coda a certi personaggi.
Ad ulteriore riprova giunge il servizio di Ballarò sul “nero”, già caldeggiato da Gatti nella sua intervista a Report, e che ancora oggi alcuni funzionari di banca continuano ad incentivare, incuranti della gravità della situazione.
E non è certo la testimonianza del Consigliere Rossi a Report che svela chissà quali particolari, visto che si è limitato a citare quanto riportato su tutti i giornali. Tutto questo però per il Segretario Mularoni non conta: bisogna invece mantenere un clima omertoso, rifiutarsi di rispondere ai media e mettere la testa sotto alla sabbia, illudendosi che se noi stiamo zitti gli altri non si accorgono di niente!
Evidentemente il problema politico non è solo nell’ormai ex Segretario Gabriele Gatti.
Sinistra Unita
Comunicato Stampa