Tatuaggi sacri e cremazione, la violazione del corpo tra fede e modernità … di Gianni Toffali

Il 10 dicembre si è celebrata la ricorrenza della misteriosa traslazione della santa Casa della Vergine, ora ubicata a Loreto. A questa città e alla Santa Casa è legata un’usanza particolare, quasi inusuale: il tatuaggio sacro. Anticamente, l’arte del tatuaggio aveva un connotato sacro presso certe popolazioni e il disegno non era in sé neutro, ma veicolo di devozione. Nel mondo cristiano tuttavia questa pratica assunse un valore legato alla Fede. Per esempio, gli armeni si tatuavano in oriente per riconoscersi all’ingresso delle chiese durante l’occupazione musulmana; i crociati si tatuavano per far riconoscere, in caso di morte, la propria salma per la sepoltura cattolica e, ritornando a Loreto, abbiamo il caso dei devoti che, compiuto il pellegrinaggio, si facevano tatuare dai locali simboli sacri e devozionali, come per esempio le stigmate di San Francesco. L’evoluzione (o involuzione?) dei costumi, ha però mutato la simbologia dei tatuaggi. I contenuti pagani e demoniaci, hanno totalmente rimpiazzato le rappresentazioni sacrali. Con misterioso intuito premonitorio, le Sacre Scritture profetizzarono “Non vi farete incisioni sul corpo per un defunto, né vi farete segni di tatuaggio. Io sono il Signore”. (Levitico 19: 28). Sarà un caso, ma l’esplosione del fenomeno tatuaggi va di pari passo con l’incremento esponenziale della cremazione. Le due pratiche hanno in comune la “violazione” del corpo. Soft nel caso della tatuazione, radicale nella incinerazione. La dottrina cattolica precisa che il corpo è Tempio dello Spirito Santo. Iddio dunque, non può soggiornare in un tempio corrotto dall’inchiostro di simboli superstiziosi il più delle volte caratterizzati da simbologie esoteriche e mefistofeliche. Medesimo concetto per la cremazione che per certi versi, si può paragonare all’ultimo schiaffo inferto al Creatore corporale del genere umano Se è vero che i fruitori delle due tendenze sono prevalentemente non credenti, e quindi non influenzabili dalle entità negative che caratterizzano i credenti, resta da capire il mancato sorpasso in virtù, pregi e qualità rispetto a chi ha deciso di non scribacchiare il corpo, o peggio a darlo alle fiamme come avviene in una discarica.

Gianni Toffali